Crescono le proteste coreane contro la carne bovina Usa
di Theresa Kim Hwa-young
Nel fine settimana più di 100 mila persone hanno manifestato a Seoul. Venti pastori protestanti iniziano lo sciopero della fame. Il ministero dell’agricoltura ritarda la data della ripresa delle importazioni. Per il 10 giugno si prepara una dimostrazione con oltre 1 milione di persone.

Seoul (AsiaNews) – Il ministero coreano dell’agricoltura ha deciso di posporre la ripresa di carni importate dagli Stati Uniti. La decisione è stata presa stamane, dopo che alcune manifestazioni durante il fine settimana, hanno radunato più di 100 mila persone.

La carne bovina degli Stati Uniti era stata bandita circa 5 anni fa, per timore che essa fosse infetta del morbo della “mucca pazza”. Lo scorso 18 aprile il governo aveva deciso di riprendere le importazioni, senza porre precise condizioni di sicurezza igienica sul contratto.

Da quel giorno fino ad ora, vi sono state manifestazioni in almeno 100 città coreane. Le più grandi sono state a Seoul. Il 31 maggio sera vi sono radunate oltre 100 mila persone per una veglia a lume di candela. In una conferenza stampa tenuta a Gwanghwamun, nel centro di Seoul, circa 20 pastori protestanti hanno deciso di iniziare uno sciopero della fame. Stamane alcuni manifestanti hanno perfino cercato di entrare nel palazzo presidenziale, ma sono stati fermati. Nelle manifestazioni del week end sono state arrestate circa 300 persone.

Intanto organizzazioni militari e civili stano organizzando una grande manifestazione per il 10 giugno, che dovrebbe radunare almeno 1 milione di persone.

Secondo alcuni analisti, queste sono le dimostrazioni più imponenti dai tempi della Grande lotta dell’87, che portò alla fine della dittatura militare in Corea.

Gli organizzatori delle manifestazioni accusano il governo di essere troppo piegato verso gli Stati Uniti mettendo a rischio la salute dei cittadini e rischiando di distruggere l’economia locale.