Autobomba all’ambasciata danese: 8 morti e decine di feriti
di Qaiser Felix
Il gesto potrebbe essere una reazione alla pubblicazione di vignette blasfeme sul profeta Maometto. Un parlamentare cristiano condanna l’attentato: “Non è un servizio alla religione, ma serve solo a mettere in cattiva luce l’intera nazione”.

Islamabad (AsiaNews) – Un’autobomba piazzata nei pressi dell’ambasciata danese a Islamabad ha causato la morte di otto persone, fra cui due guardie della sicurezza, e il ferimento di altre trenta. Secondo le prime ricostruzioni una vettura imbottita d’esplosivo è stata posizionata nel parcheggio della rappresentanza diplomatica. La deflagrazione, avvenuta intorno alle 13 ora locale, ha colpito l’intera area danneggiando gli edifici circostanti e distruggendo almeno 24 automobili.

Rehman Malik, consigliere del Ministro degli Interni, afferma che è stato costituito un gruppo di inquirenti per far luce sulla vicenda; i primi risultati delle indagini in corso verranno diffusi entro le prossime 24 ore. Gli esperti della sicurezza non avevano ricevuto avvisaglie circa l’imminenza di un attentato suicida nella capitale; si ipotizza che il gesto possa essere una risposta alle vignette blasfeme sul profeta Maometto, già pubblicate due anni fa e ripubblicate in Danimarca in questi mesi. Malik conferma inoltre il decesso di due agenti della sicurezza colpiti dall’esplosione.

Khalil Tahir, esponente cristiano del Parlamento del Punjab ha condannato con forza l’attacco e ha manifestato il proprio cordoglio alle famiglie delle vittime. “Questo atto non è al servizio della religione – sottolinea ad AsiaNews il parlamentare cristiano – ma serve solo a mettere in cattiva luce l’intera nazione. Le vignette non sono state pubblicate in Pakistan, né sono state diffuse da nostri concittadini, mentre i morti e i feriti sono tutti pakistani”. “L’uccisione di vittime innocenti – ribadisce Khalil Tahir, leader di una ONG che offre consulenza legale gratuita – non può essere giustificata in alcun modo, perché le persone coinvolte non hanno alcun legame con la pubblicazione e la diffusione delle vignette”.