Il Dalai Lama guida la preghiera per le vittime del Sichuan
Il leader buddista ha espresso le sue condoglianze al governo cinese per il disastroso sisma, ed ha commemorato insieme al governo tibetano in esilio tutte le vittime. In Tibet, la polizia circonda i monasteri ed accusa i “separatisti” di preparare attentati.
Dharamsala (AsiaNews/Agenzie) – Il Dalai Lama ha guidato tutto il governo tibetano in esilio in una lunga cerimonia funebre per le vittime del disastroso terremoto del Sichuan, ed ha inviato un messaggio di condoglianze al governo cinese. Nel testo, il leader buddista ricorda di non cercare l’indipendenza, ma solo l’autonomia del Tibet, e sconfessa le violenze avvenute a Lhasa lo scorso mese ricordando che il credo buddista impone la non-violenza.
 
La cerimonia si è svolta nel tempio Tsuglagkhang di Dharamsala, sede del governo in esilio. Davanti all’ingresso, un grande cartello scritto in cinese (cosa molto inusuale per la zona) esprimeva “le condoglianze dei tibetani per la popolazione cinese colpita del sisma”. Alla preghiera era presente anche Samdong Rimpoche, primo ministro del governo in esilio, insieme a tutto il suo Gabinetto.
 
Significativa la scelta della data. Ieri, infatti, ricorreva l’anniversario del massacro di piazza Tiananmen. Secondo alcuni osservatori, “questa cerimonia rappresenta un grande gesto di apertura nei confronti del governo cinese, forse il segnale che Pechino aspettava per riconsiderare l’ipotesi di un dialogo serio con il Dalai Lama”.
 
Nel frattempo, però, non si ferma la repressione in Tibet. Ieri, primo giorno dell’importante festività di Sagadawa (che commemora la nascita di Buddha), tutti i monasteri sono stati circondati dalla polizia cinese, che si giustifica accusando i “separatisti tibetani” di “preparare azioni violente contro il governo con la complicità dei monaci”.