I "timori" del governo dietro gli arresti di massa in Bangladesh
di Nozrul Islam
La maxi operazione anti-crimine, con quasi 12mila arresti, potrebbe nascondere l’intenzione del governo ad interim di “eliminare” avversari politici e scongiurare nuovi moti di piazza. Cresce lo scontento popolare soprattutto per il caro-vita.
Dhaka (AsiaNews) – La maxi operazione anti crimine in corso in Bangladesh potrebbe essere segno non tanto del reale tentativo di frenare la delinquenza organizzata, quanto della debolezza del governo ad interim, di giorno in giorno sempre meno popolare.
 
L’imponente operazione, fanno sapere le autorità, ha portato in una settimana all’arresto di circa 12mila persone. Secondo il capo della polizia nazionale, Nur Mohammad, l'operazione, avviata il 28 maggio e che potrebbe terminare a fine giugno, ha come obiettivo quello di migliorare la sicurezza del Paese in vista delle elezioni di dicembre.
 
La durezza con cui sono state condotte le operazioni, però, ha sollevato dubbi nelle fila dei due principali partiti politici del Bangladesh: la Lega Awami di Hasina e il Partito nazionalista del Bangladesh di Khaleda Zia. Entrambi accusano il governo ad interim di coprire in questo modo una campagna di arresti contro potenziali avversari politici e prevenire moti anti-governativi. Da quando il governo provvisorio - appoggiato dall’esercito - ha preso il potere a gennaio 2007 sono 150 gli esponenti politici di spicco arrestati e decine gli ex ministri e parlamentari condannati. Se così fosse, sarebbe un forte segno di insicurezza dell’esecutivo, costretto a ricorrere a metodi seguiti in passato anche dai governi eletti democraticamente.
 
Il governo provvisorio (e l'esercito) sentono l'odore di proteste popolari dovute allo scontento prima di tutto per il caro-vita. Proteste che potrebbero farsi seri e condurre il Paese alla paralisi come e peggio di quando è stata proclamata la legge di emergenza l’anno scorso, come e peggio di quando è stato rovesciato Ershad.