A Trincomalee politiche insensate mieteranno vittime
di Melani Manel Perera
Un gruppo di donne pescatrici denuncia che sul distretto orientale incombono povertà e malnutrizione se il governo non interviene: cancellare le inutili limitazioni sulla pesca diurna e stanziare fondi per le famiglie dello tsunami ancora senza casa.
Trincomalee (AsiaNews) – È un “disastro economico e sociale” quello che stanno vivendo le famiglie di piccoli pescatori nel distretto di Trincomalee, Sri Lanka orientale. Colpevole della situazione è l’indifferenza del governo, che nel futuro prossimo genererà malnutrizione e fame. La denuncia è di un gruppo di donne (singalesi, tamil e musulmane) che la settimana scorsa hanno partecipato ad un programma di sensibilizzazione promosso dal National Fisheries Solidariety Movement (Nafso). Secondo queste donne, i villaggi della zona non si sono mai ripresi dallo tsunami del 2004 e ora il problema è non riuscire a guadagnare l’essenziale almeno per mantenere la famiglia.
 
La zona è stata per decenni teatro della guerra civile. Per motivi di sicurezza il governo ha imposto una fascia oraria precisa per le attività di pesca: possono svolgersi solo dalle 6 di mattina alle 4 di pomeriggio. “Ma pescare in queste ore del giorno è inutile - spiega P.R.B. Rupa, una donna pescatrice e leader del gruppo – e i nostri mariti non riescono a guadagnare abbastanza nemmeno per comprare un pezzo di pane; per essere proficua la pesca deve avvenire di notte”. Le direttive di Colombo risultano incomprensibili oggi, dopo che la provincia orientale è stata sottratta dall’esercito ai ribelli delle Tigri tamil e quindi “pacificata”.
 
La donna spiega che al momento “molte famiglie di pescatori non possono permettersi l’istruzione dei figli, le cure mediche e sono costrette a fare un solo pasto al giorno”. A contribuire a queste difficoltà, non sono solo le disposizioni del governo, ma anche il generale aumento dei prezzi dei generi alimentari, che secondo le donne pescatrici porterà presto la malnutrizione a Trincomalee.
 
Dallo tsunami sono passati quattro anni e nel solo villaggio di Samudragama 82 delle famiglie colpite dal disastro non hanno ancora una casa. Queste persone chiedono al presidente Rajapakse di stanziare prima di tutto per le abitazioni i fondi dei progetti di ricostruzione, che per ora sono stati devoluti in gran parte a strade e a mega infrastrutture.