Corea del Sud: arresti e denunce per i camionisti in sciopero
Pugno duro del governo contro un gruppo di autotrasportatori, accusati di aver malmenato colleghi che non aderivano alle proteste. Intanto il governo conta i danni causati dalla paralisi: nell’ultima settimana sono andati in fumo 5 miliardi di dollari.

Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Autotrasportatori sudcoreani nel mirino della procura: i pubblici ministeri del Paese hanno disposto un mandato di cattura nei confronti di una dozzina di camionisti,  accusati di aver malmenato alcuni colleghi che non hanno aderito alle proteste dei giorni scorsi; altri 60 sono sotto inchiesta con analoghe imputazioni. La conferma arriva da Lee Jin-han, pubblico ministero della Corte suprema di Seoul, che denuncia assalti, intimidazioni, danneggiamenti e furti dei carichi nei confronti dei lavoratori che si rifiutavano di scioperare.

Ieri il governo sud-coreano ha precettato i camionisti, invitandoli a riprendere l’attività, minacciando in caso contrario azioni legali. Venerdì scorso circa 13mila aderenti alle sigle nazionali del sindacato trasportatori hanno incrociato le braccia, per protestare contro l’aumento del costo del carburante: essi chiedono al governo di aumentare i sussidi per la benzina, innalzare le tariffe per i trasporti e introdurre un salario minimo

Nel frattempo comincia il conto dei danni causati dallo sciopero selvaggio di questi giorni: secondo le ultime stime fornite dal ministero dell’economia, la scorsa settimana si è registrata una perdita di 5,92 miliardi di dollari nel settore del commercio, di cui 2,89 miliardi per mancate esportazioni e 3,03 miliardi nell’importazione. Un dato pari all’1% del volume totale degli affari nel Paese registrato il mese scorso.