Le Tigri si rifiutano di abbandonare le armi per riavviare processo di pace
di Melani Manel Perera
Il governo si dice disposto a sedersi di nuovo al tavolo dei colloqui solo se i ribelli tamil deporranno prima le armi. Ma le Tigri sono convinte di potere ancora vincere la guerra.
Colombo (AsiaNews) – I ribelli delle Tigri per la liberazione della patria tamil (Ltte) non deporranno le armi come richiesto dal governo dello Sri Lanka per avviare nuovi negoziati di pace. Il gruppo, che da oltre 20 anni combatte per l’indipendenza del nord e dell’est dell’isola, si dice convinto di poter ancora vincere la guerra contro le forze governative.
 
La settimana scorsa Colombo aveva dichiarato la sua disponibilità a considerare una riapertura dei colloqui di pace solo dopo la consegna delle armi da parte delle Tigri e la definizione di una chiara tabella di marcia per i negoziati.
 
“Ogni approccio che disturbi l’equilibrio dei poteri e la parità di status tra le due parti sarà controproducente per il processo di pace”, ha detto alla Reuters il capo politico delle Tigri, Nadesan. “Siamo convinti – ha aggiunto – che con il sostegno della nostra gente vinceremo questa guerra”.
 
Le condizioni del governo arrivano dopo che i ribelli avevano chiesto un incontro con i mediatori di pace norvegesi per riattivare i canali dei colloqui. Colombo sostiene che l’iniziativa delle Tigri sia solo propaganda. Gli analisti ritengono non ci siano reali basi per la ripresa del processo di pace, interrotto quest’anno con l’uscita del governo dal cessate-il-fuoco del 2002. Il premier dello Sri Lanka ha di recente ribadito l’impegno del governo di stabilire una amministrazione civile nelle province del nord ed est, ma solo dopo aver sconfitto militarmente le Ltte.