Mai così alta dal 1995 l’inflazione in India
In India indice dei prezzi a +11,05% dopo un piccolo aumento del carburante. Per anni India e Cina hanno dato sussidi per energia e materie prime. Ora non possono più sostenerne il prezzo, ma rischiano contraccolpi inflattivi. La ricerca di contromisure.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Inflazione all’11,05% in India per la settimana conclusa il 7 giugno, record dal 1995, spinta dall’aumento del prezzo del carburante deciso il 4 giugno. L'analoga misura presa ieri in Cina suscita a Pechino il timore di una spinta in alto i prezzi, soprattutto per i trasporti.

La scorsa settimana la banca centrale indiana ha aumentato i tassi di interesse, per la prima volta da 15 mesi. Sono allo studio altre immediate azioni per frenare l’inflazione che, tra l’altro, sta demolendo la popolarità dell’attuale premier Manmohan Singh, in vista delle elezioni politiche del 2009.

I due Paesi  da anni praticano una politica di sussidi sui prezzi, ma il forte aumento mondiale del costo del petrolio e delle materie prime provoca esborsi sempre più gravi per le finanze statali e costringe le ditte pubbliche di carburanti ed energia a produrre in perdita. L’Indian Oil, maggiore raffineria del Paese, ha avuto nel primo trimestre 2008 perdite per 4,14 miliardi di rupie (circa 62 milioni di euro). In Cina molte piccole raffineria hanno cessato l’attività e, con il prezzo fisso del carbone, le miniere non hanno incentivi ad aumentare la produzione.

Da New York Zhou Xiaochuan, governatore della Banca centrale del popolo di Cina, ha confermato che “gli aumenti dei prezzi dell’energia metteranno sotto pressione l’indice dei prezzi, così dobbiamo avere una politica più forte contro l’inflazione”.

Xu Kulin, viceresponsabile del dipartimento per i prezzi della Commissione nazionale per la riforma e lo sviluppo, prevede una crescita inflativa di un altro punto percentuale, ma altri esperti dicono che il contraccolpo sui prezzi non può essere previsto con certezza. Anche perché nonostante l’aumento di ieri di circa il 16%, il prezzo del carburante rimane tra il 30 e il 38% inferiore a quelli mondiali, per cui non si escludono nuovi aumenti. (PB)