Sichuan: puniti 43 dirigenti, hanno sbagliato a gestire il post-terremoto
Il ministro per la Supervisione politica del Paese conferma le punizioni e spiega: alcuni hanno persino cercato di arricchirsi grazie alla tragedia. Il vice ministro per le Finanze annuncia tagli ai fondi di molti dipartimenti, per raccogliere denaro da destinare alle vittime del terremoto.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo centrale cinese ha punito 43 dirigenti comunisti per aver gestito male il primo intervento a favore dei sopravvissuti del disastroso terremoto che ha colpito il Sichuan lo scorso maggio. Di questi, 12 sono stati cacciati con disonore. Lo conferma Ma Wen, ministro per la Supervisione politica del Paese.
 
Secondo Ma, che guida anche l’Ufficio nazionale per la prevenzione della corruzione, le punizioni “sono state decise dopo aver ricevuto più di mille lamentele da parte della popolazione riguardo al comportamento dei dirigenti. La maggior parte degli errori riguarda la distribuzione delle tende e quella del cibo, che sono avvenute in maniera arbitraria”.
 
Inoltre, “molti sono stati puniti per aver reagito lentamente all’emergenza, o per aver cercato di arricchirsi sulla tragedia, che ha causato oltre 70mila vittime”. Uno dei dirigenti cacciati, presidente dell’Assemblea popolare di Anyang, ha comprato cibo “non conforme alle normative sanitarie” per guadagnarci sopra. I funzionari comunisti che non sono stati cacciati, continua il ministro, “hanno ricevuto demeriti amministrativi. Significa che il loro nome è stato inserito in una lista nera che non gli permetterà di essere promossi mai più”.
 
Il vice ministro per le Finanze, Liao Xiaojun, spiega inoltre che i dipartimenti non colpiti dal sisma “dovranno stringere la cinghia per qualche tempo. Il governo centrale ha deciso di tagliare molti bilanci, in modo da raccogliere i fondi necessari per le vittime ed i sopravvissuti del terremoto. Vi saranno meno viaggi di lavoro, meno macchine blu e meno privilegi per tutti”.