Rivolta nel Guizhou, la polizia arresta 200 dimostranti
Almeno 10 mila dimostranti hanno bruciato 3 uffici del governo e 12 auto. Tutto è nato dallo scandalo di centinaia di studenti verso la polizia che cerca di coprire lo stupro e l’assassinio di una ragazza di 15 anni ad opera del figlio di uno dei capi del governo locale.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Tutto è ormai sotto il controllo della polizia nella contea di Wengan (Guizhou), che ha arrestato almeno 200 dimostranti, fra cui 30 studenti delle scuole superiori. La dimostrazione più numerosa dell’anno ha radunato sabato 28 giugno oltre 10 mila persone per esprimere il loro sdegno contro il modo in cui la polizia sta coprendo le cause della morte di una studentessa 15enne. I dimostranti hanno bruciato tre uffici del governo e almeno 12 automobili. Solo l’intervento di 1500 poliziotti ha riportato la calma. La polizia ha picchiato “i rivoltosi”, giovani e vecchi,  e ha fatto una serie di arresti. Uno dei dimostranti è morto e vi sono più di 150 feriti.

Le violenze sono scoppiate dopo che la polizia ha dichiarato che una ragazza di 15 anni trovata morta nel fiume, si era suicidata. I familiari della ragazza sostengono invece che la loro figlia è stata stuprata e uccisa e poi gettata in acqua. Secondo alcune rivelazioni di locali, il responsabile dello stupro e dell’assassinio è il figlio di un personaggio del governo del Guizhou, che la polizia vuole coprire.

Le manifestazioni sono iniziate sabato con centinaia di studenti, dopo che lo zio della ragazza ha accusato la polizia di manipolare il caso ed è stato picchiato dai poliziotti. La polizia ha tentato due volte di rubare la salma della ragazza per cancellare tutte le prove. I genitori della ragazza stuprata e uccisa conservano il corpo della figlia in una bara refrigerata e la vigilano giorno e notte.

La notizia è stata diffusa via web e molti blog commentano l’ennesimo caso di corruzione e violenza delle autorità locali. Uno di questi blog afferma: “Che regime è questo? Che polizia è questa? Quasi certamente la rivolta è sostenuta dalla società civile. Ma la cosa più triste è che essi non sono armati e perciò rischiano di essere annientati come formiche. Dovranno affrontare armi automatiche, artiglieria e carri armati, se rifiutano di accordarsi con le autorità”.

L’agenzia Xinhua ha commentato il fatto dicendo che la dimostrazione è stata causata “dalla insoddisfazione” della popolazione verso l’inchiesta sulla morte della ragazza, ma non ha dato altri dettagli.

In Cina dimostrazioni e rivolte a causa della corruzione dei capi locali sono molto comuni. Secondo dati del Ministero della Pubblica sicurezza ve ne sono almeno 200-300 ogni giorno. Con l’approssimarsi delle Olimpiadi il governo centrale teme che tutte queste situazioni di ingiustizia vengano a scoppiare. Per questo il governo ha ordinate alle autorità locali di “disinnescare” manifestazioni e petizioni e prevenire “incidenti di massa”.

Anche se nell’ultimo anno gli incidenti sono diminuiti, essi sono divenuti più violenti, con la polizia che non ha esitato a usare le armi sparando sulle folle di dimostranti.