Stato di emergenza a Ulaan Baatar. Centinaia di arresti
Violente manifestazioni di giovani contro i risultati elettorali. Il Partito al potere accusato di brogli. In gioco la gestione del potere politico, ma anche delle materie prime.

Ulaan Baatar (AsiaNews) – Interi quartieri della capitale sono isolati e vigilati dalla polizia dopo che il presidente ha dichiarato ieri sera uno stato di emergenza che durerà per 4 giorni. La decisione è avvenuta in seguito alle manifestazioni di migliaia di persone che accusano di frode elettorale l’apparato governativo. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni ed ha attaccato la folla che lanciava pietre ed è riuscita a incendiare alcuni piani della sede del partito al governo. Vi sono decine di feriti e la polizia ha arrestato centinaia di giovani.

La commissione elettorale non ha ancora emesso i risultati finali delle elezioni di domenica 29 giugno, ma le proiezioni annunciano la vittoria del partito al potere, il Partito rivoluzionario popolare mongolo (Prpm), erede del partito comunista dell’era sovietica.

Secondo il Partito democratico, di opposizione, vi sono stati brogli; ma osservatori internazionali affermano che le elezioni si sono svolte in modo libero e giusto.

Questa è la quinta elezione da quando nel ‘90 la Mongolia ha adottato una vasta riforma politica ed economica. Nel 1996 il Prpm è stato sconfitto dai democratici; nel 2004 i due partiti sono stati costretti a coalizzarsi per governare, ma dopo due anni si sono divisi.

Fra i temi che più oppongono i due partiti vi è quello delle privatizzazioni delle nuove risorse minerarie scoperte (oro, carbone, rame). Il Pd vuole che siano soprattutto i privati a gestire queste ricchezze; il Prpm vuole che lo Stato ne abbia il controllo.