Meno numerosa, ma preoccupante per Pechino la marcia del 1° luglio
Circa 48 mila persone hanno sfidato il caldo di Hong Kong per domandare i diritti umani alle Olimpiadi, criticare la politica del governo di Donald Tsang, esprimere preoccupazione per il carovita. Il vice-presidente Xi Jinping rimanda di una settimana l’arrivo nel territorio.

Hong Kong (AsiaNews) – Decine di migliaia di persone hanno partecipato alla marcia democratica del 1° luglio, nel giorno in cui il territorio festeggiava ufficialmente l’11° anno del ritorno alla madrepatria. Prima della marcia, si è tenuto un incontro di preghiera presieduto dal card. Joseph Zen, vescovo cattolico di Hong Kong. Il vice-presidente Xi Jinping ha preferito ritardare il suo arrivo nel territorio per evitare imbarazzo.

La manifestazione si è svolta ieri dalle 2 del pomeriggio fino alle 17, dal Victoria Park fino a Central. Sfidando il caldo estivo, almeno 48 mila persone hanno sfilato per le strade portando striscioni e gridando slogan legati alle Olimpiadi  di Pechino (“Un unico sogno! Uguali diritti umani!”), ma anche domandando più benessere per la popolazione di Hong Kong, segnata dalla crescente inflazione. Fra le molte richieste rimane viva la domanda del suffragio universale per il territorio, che Pechino non vuole concedere prima del 2017. All’incontro di preghiera, il card. Zen ha detto che autonomia e democrazia (valori inseriti della Basic Law, la mini-costituzione d Hong Kong, e teoricamente riconosciuti da Pechino) rimangono “promesse vuote e sogni lontani”.

Molte le critiche alla politica del capo dell’esecutivo, Donad Tsang Yam-kuen, criticato per l’assunzione di alcuni “esperti” che – oltre a conservare un passaporto straniero – vengono pagati con stipendi altissimi (fino a 100-150 mila dollari di Hong Kong al mese, circa 10-15 mila euro).

Per la prima volta nella storia del territorio, alcuni slogan hanno domandato le dimissioni di Tsang.

La marcia ha visto meno partecipanti rispetto alle edizioni passate (68mila lo scorso anno; 58 mila 2 anni fa; mezzo milione nel 2003). Secondo diversi analisti, ciò è dovuto al fatto che attualmente non vi sono stringenti preoccupazioni politiche. Nel 2003, alla prima marcia, la presenza è stata massiccia perché si voleva contestare una legge che riduceva le libertà civili. Grazie a quella marcia, il progetto di legge è stato cancellato.

La manifestazione rimane però una delle più partecipate del territorio. Alle cerimonie ufficiali a ricordo del ritorno di Hong Kong alla madrepatria hanno partecipato solo poche centinaia di personalità ufficiali. Xi Jinping, vice-presidente cinese e responsabile degli affari di Hong Kong per la Cina, ha preferito non essere presente il 1° luglio e rimandare di una settimana il suo arrivo nel territorio. I democratici hanno domandato di poterlo incontrare personalmente, ma finora  l’unica possibilità di incontro sarà la cena del 7 luglio a cui sono invitati solo i parlamentari democratici e centinaia di altri invitati ufficiali.