A Mindanao escalation di violenza dei maoisti, ucciso anche un pastore protestante
Non si ferma l’ondata di violenze scatenata dal NPA: nel Mindanao una bomba in un panificio uccide tre persone e ne ferisce altre 12. Martedì ritrovato il corpo di un pastore protestante accusato di collaborazionismo con i militari.

Manila (AsiaNews) – Continua l’escalation di violenze fra soldati dell’esercito governativo e membri della guerriglia comunista, protagonista della morte di un pastore di una Chiesa protestante rapito nel maggio scorso e sottoposto a barbare torture prima di essere ucciso.

Questa mattina, poco prima dell’alba, i ribelli hanno fatto esplodere una bomba in un panificio di Nabunturan, cittadina dell’isola meridionale di Mindanao: secondo fonti della polizia locale il bilancio dell’attentato è di tre morti e 12 feriti. Martedì scorso, invece, i militari hanno ritrovato il cadavere di josefino Estaniel, pastore della Chiesa protestante ucciso perché avrebbe collaborato con le forze dell’ordine impegnate in una maxi-retata volta a stanare i ribelli del Communist New People’s Army (NPA), l’ala armata del partito comunista filippino.

Stando alle affermazioni del tenente colonnello Kurt Decapia, portavoce locale dell’esercito, i soldati hanno ritrovato il corpo privo di vita del pastore all’interno di una fossa scavata nei pressi del villaggio di Dalagdag, zona nei pressi della città di Davao ritenuta dai militari una delle roccaforti dell’NPA. Nella serata di martedì, alcuni abitanti avrebbero guidato le forze dell’ordine nel luogo esatto in cui è stato seppellito il 45enne pastore, membro della Chiesa avventista del settimo giorno. I resti del religioso – rapito nel maggio scorso su mandato del leader dei ribelli, Leoncio Pitao – si presentavano già “in stato di decomposizione”, mentre la fossa in cui è stato seppellito dista solo “due chilometri dal luogo in cui è avvenuto il rapimento”. In base al rapporto elaborato dalla polizia, il pastore è stato sottoposto a violenze e torture prima di venire ucciso.

Il gen. Leo Fojas, comandante della decima divisione di fanteria, ha condannato con forza le atrocità commesse dai combattenti del NPA e l’uccisione del pastore protestante. (SD)