Leader religiosi chiedono al G8 libertà di religione per Tibet e Myanmar
di Pino Cazzaniga
La richiesta in una dichiarazione scritta al vertice degli esponenti di diverse fedi svoltosi a Osaka e Kyoto. Sempre più spesso le grandi istituzioni mondiali si rivolgono alle religioni per capire i problemi del mondo.

Tokyo (AsiaNews) – Sono una cinquantina gli stranieri ed un centinaio i giapponesi che hanno partecipato al “vertice dei leader religiosi per il G8”, l’incontro che da tre anni riunisce esponenti delle diverse fedi in vista di quello che riunisce gli esponenti politici delle maggiori potenze, ed è ormai diventato una delle assemblee principali nel calendario del dialogo interreligioso. Lo scopo dichiarato è quello di dare un volto spirituale a un summit che, pur essendo politico, tratta argomenti che riguardano fondamentalmente il cuore umano.

Dal 27 al 29 giugno gli esponenti i leader delle principali religioni del mondo si sono dunque radunati a Osaka e Kyoto in vista del vertice del Gruppo degli Otto, che si terrà presso il lago Toyako (Hokkaido) dal 7 al 9 luglio, al quale mandare una dichiarazione comune.

Il viceministro degli esteri, il governatore di Osaka e il sindaco di Kyoto hanno dato il benvenuto ai partecipanti con cordiali discorsi. Il convegno ha avuto anche  il sostegno di organizzazioni laiche quali il Ministero dell’ambiente, il comitato giapponese dell’UNICEF, la federazione nazionale delle associazioni dell’UNESCO e la camera di commercio di Kyoto.

L’inglese professor Michael Shackleton, docente di antropologia all’università Gakuin di Osaka ha scritto: “Tanto supporto laico conferma la convinzione che molta gente è religiosa e che i capi delle religioni ottengono più rispetto e sostegno dei leader politici”. E ha aggiunto: “mentre la debolezza del governo diventa evidente, le Nazioni Unite, la Banca mondiale e altre grande istituzioni rappresentative sempre più si rivolgono alle religioni e ai leader religiosi per comprendere e risolvere i problemi del mondo”. E difatti il tema principale del vertice dei leader religiosi è stato: “Vivere con la terra: messaggio dal mondo delle religioni” (Living with the Earth: message from World Religions). Le discussioni si sono focalizzate su tre aree: vivere con la natura, vivere con le diversità etniche e prendere in considerazione i problemi dell’Africa.

La preposizione “con” (“with”) è risuonata nei discorsi e nelle discussioni come un ritornello. Ciò che ha portato i leader delle religioni a incontrarsi (mediante il meeting internazionale) è stata la loro consapevolezza di una responsabilità condivisa.

I dibattiti si sono tenuti nell’università di Osaka e nell’università anglicana Doshisa (Kyoto). Quest’ultima da decenni è impegnata nel dialogo interreligioso. Le religioni rappresentate sono state il buddismo, lo shintoismo, le nuove religioni giapponesi, l’islam, il cristianesimo (protestanti e cattolici), il giudaismo, l’induismo e il sikhism

Trattandosi di convegno di leader di religioni non sono mancati momenti di preghiera specialmente durante le visite ai templi buddisti, come il tempio Shitennoji di Osaka e il Nishi Honganji di Kyoto, oasi di meditazione in mezzo al deserto della secolarità.

Ma quasi per sottolineare l’inseparabile nesso tra religione e vita i congressisti hanno visitato anche  il distretto Airin di Osaka, dove il triste spettacolo dei “lavoratori a giornata” sta in pungente contrasto con quello della ricchezza e conforti, spesso indicati come la caratteristica della società giapponese.

Durante il vertice religioso il momento più delicato, osserva Shackleton, è stato quando il Khambo Lama della Mongolia, che è pure il rappresentante del Dalai Lama nell’Asia orientale, ha chiesto che nella dichiarazione finale si esortassero i leader (politici) del G8 a condannare l’oppressione delle libertà religiosa e civile nel Tibet e in Myanmar. La proposta è stata accettata. Al summit G8 sul lago Toyako il presidente cinese Hu Jintao sarà presente accanto agli altri leader.