Oluvil: pescatori contrari all'ingrandimento del porto
di Melani Manel Perera
Il progetto si inserisce in una serie più ampia di opere, promossa dal governo di Colombo, che intende rilanciare l’economia del Paese. A rischio le attività dei privati, mentre a beneficiare della nuova strutture sarebbero le grandi imprese commerciali.

Ampara (AsiaNews) – Cresce la protesta dei pescatori di Oluvil, villaggio del distretto di Ampara, contrari alla decisione del governo di realizzare un nuovo porto commerciale. Esso si inserisce un progetto più ampio e articolato di infrastrutture, volute dalla leadership del Paese, per migliorare la qualità della vita e assicurare una crescita economica. Fra le opere in cantiere previste dal Nagenahira Navodaya (Il risveglio dell’oriente) c’è anche il nuovo porto commerciale di Oluvil (nella foto un momenti dei lavori) ingrandito per poter permettere l’attracco di imbarcazioni con stive profonde più di 8 metri. Secondo i pescatori la nuova opera avrebbe causato un crollo nell’attività, privandoli dell’unica fonte di sostentamento, mentre il governo sottolinea che i benefici futuri “serviranno a rendere più felice e prospera” la loro vita.

I residenti denunciano centinaia di espropri e spostamenti dalle zone interessate dai lavori, mentre attivisti locali non nascondo nel proprie preoccupazioni per il futuro dell’attività: “Stanno costruendo un porto per la pesca commerciale su vasta scala – Herman Kumara, segretario generale World Forum for Fisher People(WFFP) – che non dimostra alcun interesse per le attività dei privati. Le barche che verranno ormeggiate appartengono alle grosse imprese commerciali, mentre i piccoli pescatori vengono privati di un luogo sicuro dove lasciare la propria imbarcazione. Anche qui – conclude l’attivista – si ripetono le stesse scene osservate in passato a Colombo”.

Secondo i dati forniti dagli abitanti dei villaggi, delle 100 famiglie originarie del villaggio ne sono rimaste solo 58; il governo, attraverso sussidi, rimborsi o altri espedienti ha convinto una larga fetta a traslocare, accordando compensi secondo un valore degli immobili e delle terre risalente al 2002, incurante della variazione dei prezzi e del tasso di inflazione attuale. Essi denunciano infine le bugie delle autorità che avevano promesso un aumento dell’occupazione, ma il numero dei pescatori assunti per la costruzione del nuovo porto “è solo una percentuale minima, assai inferiore alle promesse”.