Total: investire in Iran è “troppo rischioso”
Il presidente del gigante francese dell’energia annuncia che “verranno abbandonati i progetti di estrazione di gas nel sud del Paese”. La decisione arriva all’indomani del test missilistico voluto da Teheran, nel quale sono stati sperimentati missili capaci di colpire Israele e basi Usa nel Golfo.

Teheran (AsiaNews) – Investire in Iran è “troppo rischioso”. Lo afferma Christophe de Margerie, presidente del gigante francese dell’energia Total, annunciando al contempo che “verrà abbandonato il progetto di estrazioni di combustibile nel sud del Paese”.

Nel 2006 Total e il governo di Teheran avevano siglato un accordo in base al quale venivano avviate le esplorazioni di rito per “procedere all’estrazione di gas naturale nella riserva di South Pars”, avviando in parallelo un impianto “per la trasformazione del combustibile”.

La decisione del gigante dell’energia arriva all’indomani del test missilistico voluto dalle Guardie rivoluzionarie iraniane (Pasdaran), le quali hanno sperimentato il lancio di 9 missili a lunga e media gittata, capaci di colpire punti sensibili come le basi strategiche Usa nella regione o il grande nemico Israele. Le tv di Stato di Teheran hanno trasmesso un video relativo ai lanci, avvenuto in una zona desertica del Paese: fra i missili testati vi è lo Shahab 3, capace di colpire obbiettivi fino a 2 mila km.

Secondo gli analisti la decisione presa dalla Total potrebbe rivelarsi un “duro colpo” per il comparto energetico iraniano: “Il rischio politico è troppo alto – ha ribadito Christophe de Margerie in un’intervista al Financial Times – e non vogliamo rovinare l’immagine del nostro gruppo: la gente potrebbe pensare che siamo disposti a tutto pur di fare affari”.

Da mesi l’Iran è al centro dell’attenzione della politica internazionale: il discusso programma nucleare e i recenti test missilistici hanno causato la decisa reazione dell’amministrazione Usa e di Israele, che non escludono l’opzione dell’attacco militare se l'Iran non abbandonerà i progetti bellicosi.

La Total non è nuova a problemi di investimenti legati a questioni internazionali. L'anno scorso, dopo la repressione della giunta birmana contro le manifestazioni dei monaci buddisti, la compagnia petrolifera ha escluso un suo disimpegno nel Myanmar.