Dopo quasi 20 anni il Kuwait nomina il nuovo ambasciatore in Iraq
La rappresentanza diplomatica a Baghdad, chiusa dopo l’invasione delle truppe di Saddam Hussein, verrà stabilita all’interno della “zona verde”. Un segnale concreto della comunità araba a sostegno della rinascita irachena.

Kuwait City (AsiaNews/Agenzie) – Ieri il Kuwait ha nominato il proprio ambasciatore in Iraq: una decisione storica, visto che la rappresentanza diplomatica dell’emirato a Baghdad è chiusa dal 1990, in seguito all’invasione delle truppe di Saddam Hussein.

Ad occupare la delicata posizione sarà Ali al-Momen, ex capo dell’esercito, anche se al momento non è ancora stata stabilita la data di riapertura dell’ambasciata. Secondo Khaled Jarallah, sottosegretario agli Esteri, la rappresentanza diplomatica verrà stabilita all’interno della cosiddetta “Zona Verde”, il recinto urbano più controllato di tutto l’Iraq e sede delle principali istituzioni fra cui il governo nazionale e l’Ambasciata americana.

Iraq e Kuwait non hanno intrattenuto alcun rapporto diplomatico per quasi vent’anni: con la cattura di Saddam nel 2003 si è registrato un miglioramento nelle relazioni bilaterali, che ha portato alla riapertura della rappresentanza diplomatica irachena a Kuwait City.

La mossa del governo dell’emirato è un ulteriore segnale del miglioramento delle relazioni fra il mondo arabo e l’Iraq: il 7 luglio scorso gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di cancellare i 7 miliardi di dollari che il governo di Baghdad avrebbe dovuto restituire, fra interessi e pagamenti arretrati, predisponendo al contempo l’invio di un nuovo ambasciatore a Baghdad.

Dal 2005, dopo il sequestro e l’uccisione dell’inviato egiziano, nessun ambasciatore dei Paesi arabi è rimasto in maniera stabile in Iraq. La riapertura delle rappresentanze diplomatiche degli Emirati Arabi Uniti e del Kuwait, potrebbe finalmente spingere anche l’Arabia Saudita e il Bahrain a nominare un loro ambasciatore in Iraq, come promesso da tempo.