Proteste in Niger per un accordo con la Cina per l’estrazione di petrolio
La Cina paga 5 miliardi di dollari per sfruttare i giacimenti di petrolio del Niger. Ma attivisti per i diritti lamentano che il governo non dice come userà la somma e chiedono un’inchiesta parlamentare. Pechino non chiede mai ai governi come saranno usate le somme che paga.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Attivisti per i diritti in Niger protestano e chiedono “un’inchiesta  parlamentare” per un contratto di 5 miliardi di dollari con la Cina per lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio.

Gli attivisti, che raccolgono diverse organizzazioni, temono che la somma non sarà impiegata a favore della popolazione, anche perché l’accordo, seppure di rilevante valore, è stato concluso nel massimo riserbo e tuttora il governo del Niger non ha indicato come utilizzerà la somma ottenuta. A giugno la Cina ha concordato investimenti per 5 miliardi in 3 anni per sviluppare la produzione petrolifera. Il governo non risponde circa l’utilizzo delle somme, ma insiste che l’accordo creerà migliaia di posti di lavoro.

Analisti osservano che in vari Paesi africani lo sfruttamento delle ricchezze ha beneficato anzitutto i leader politici, pure di recente. Ricordano il governo dell’Angola, che per anni ha sperperato in modi non conosciuti oltre 1 miliardo di dollari l’anno ricavati dai giacimenti petroliferi. Per questo gli attivisti per i diritti chiedono di poter conoscere l’accordo e verificare l’utilizzo delle somme.

Pechino è stata più volte accusata di concludere affari con governi africani senza pretendere di sapere come saranno impiegati i soldi, come invece chiedono gli Stati occidentali.