Papa: la Cina si apra al Vangelo
Visitando la chiesa di Oies, paese natale del missionario san Giuseppe Freinademetz, Benedetto XVI torna a rivolgersi a Pechino e ribadisce che “la fede non è un'alienazione per nessuna cultura e nessun popolo”.
Bressanone (AsiaNews) – La Cina “si apra al Vangelo”. Alla vigilia dell’inizio delle Olimpiadi delle quali, solo domenica scorsa, aveva auspicato successo, nel “rispetto della comune dignità”, Benedetto XVI è tornato ieri pomeriggio a rivolgersi, toccando direttamente, questa volta, il tema della liibertà religiosa. Occasione per il nuovo intervento papale, la visita nel paese di Oies, non lontano da Bressanone, nelle montagne italiane, dove sta rascorrendo un periodo di riposo. Oies è legato alla memoria di san Giuseppe Freinademetz, un missionario verbita che nel 1879 si recò ad Hong Kong e vivere “da cinese tra i cinesi” e che, prima di morire di tifo, nel 1908, scrisse ai suoi amici: “anche in Paradiso voglio rimanere cinese”.
 
“Un santo di grandissima attualità - lo ha definito Benedetto XVI - perché sappiamo che la Cina diventa sempre più importante nella vita politica, economica e nella vita delle idee. E' importante - ha aggiunto - che questo grande Paese si apra al Vangelo. San Giuseppe Freinademetz ci mostra che la fede non è un'alienazione per nessuna cultura e per nessun popolo, perché tutte le culture aspettano Cristo e non vengono distrutte dal Signore ma, anzi, vengono alla loro maturità”.
 
Nella piccola chiesa di montagna dedicata al sacerdote, rappresentato con la barba a punta ed il cappello tondo dei cinesi del suo tempo, il Papa ha sottolineato che “san Giuseppe voleva non solo vivere e morire come un cinese, ma anche nel cielo rimanere un cinese”. “Così - ha concluso - si era veramente identificato con questo popolo e con la certezza che questo popolo si aprirà alla fede in Gesù Cristo”.
 
Un concetto che Benedetto XVI ha ribadito nelle parole scritte in tedesco nel libro dei visitatori della casa natale del santo: “possa il Signore, con l'intercessione di San Giuseppe Freinademetz, donare molte vocazioni spirituali ed aprire sempre più la Cina alla fede in Gesù Cristo".
 
“La Cina – nelle parole di presentazione della visita dette dal direttore della Radio vaticana, padre Federico Lombardi - è presente alla Chiesa universale. Quello cinese è un popolo talmente importante per l'umanità intera e quindi anche per l'annuncio della Parola del Signore che la Chiesa continuamente ha il suo cuore rivolto verso la Cina e così pure il Santo Padre. Effettivamente, poi, la figura di Freinademetz è molto importante: ha fatto il suo cammino di conoscenza e di apprezzamento della cultura cinese tanto da essere estremamente amato dai cinesi e quindi credo che sia una figura molto significativa proprio della possibilità di comprendersi, di dialogare, di portare un messaggio spirituale alla Cina nel pieno rispetto della cultura straordinaria di questo grande Paese”.