Premier curdo Barzani a Kirkuk per promuovere “pace e armonia”
Il capo del governo del Kurdistan ha incontrato i capi religiosi e gli esponenti politici della città. Mons. Sako auspica che la pace non sia solo una “parola”, ma diventi l’elemento concreto sul quale “ricostruire la società”. Cala la tensione dopo le violenze e gli scontri delle ultime settimane.
Kirkuk (AsiaNews) – Ha voluto essere una visita per promuovere “pace e armonia” nella contesa provincia di Kirkuk quella compiuta ieri da Massoud al Barzani, capo del governo del Kurdistan. Il premier curdo si è prima intrattenuto con la municipalità e il sindaco di Kirkuk, poi ha incontrato i leader politici e i capi religiosi musulmani insieme a tutto il clero cristiano, guidato dall’arcivescovo caldeo mons. Louis Sako. Al termine dei colloqui ha ricevuto i numerosi dignitari curdi, arabi e turkmeni, segno della volontà di tutte le etnie e le fedi religiose di dar vita a un lavoro comune che sia davvero portatore di pace. Resta il rammarico, invece, per la mancata partecipazione di alcune tribù arabe e dei partiti turkmeni, che hanno boicottato l’evento.
 
Pur con qualche defezione, mons. Sako tiene a sottolineare “l’estrema importanza” del summit di ieri, durante il quale “al Barzani ha voluto lanciare un messaggio aperto al dialogo, promuovendo la fraternità e guardando al bene della popolazione”.
 
A nome della comunità locale unita, l’arcivescovo di Kirkuk ha salutato il capo del governo del Kurdistan sottolineando che la visita e il messaggio di pace “servono a rassicurare la gente” che nelle ultime settimane ha visto aumentare gli episodi di violenza. “L’incontro – ribadisce mons. Sako ad AsiaNews – aiuta a eliminare le barriere ed è il punto di partenza per la ricerca di una soluzione condivisa”. Il prelato auspica inoltre che l’invito alla pace “non rimanga solo una vuota parola”, ma attraverso il lavoro di tutti diventi un elemento concreto: “Serve il lavoro di tutti, a partire dai politici chiamati a metterlo in pratica con uno sforzo quotidiano”, aggiunge mons. Sako. Egli ricorda che il popolo non è diviso, ma desidera senza eccezione “pace e convivenza” ed è questa la missione che i governanti devono essere in grado di realizzare. La maggioranza al potere deve “ascoltare l’opinione di tutti” e assumere un atteggiamento che “promuova la condivisione delle responsabilità. Il Paese è stato rovinato e tocca a noi tutti ricostruirlo: attraverso uno sforzo unitario possiamo farcela”, conclude mons. Sako.
 
Le parole dell’arcivescovo sono state raccolte da Massoud al Barzani, che alla fine della visita in città ha promesso di “fare del proprio meglio” perché Kirkuk torni a vivere e ribadisce che “se errori ne sono stati commessi in passato”, in futuro si cercherà di “porvi rimedio con il lavoro di tutti”.
 
La popolazione ha accolto con favore la visita del capo del governo curdo, il cui messaggio ha contribuito a smorzare la tensione che si era venuta a creare nelle ultime settimane in seguito agli attentati terroristici e alla richiesta della maggioranza di governo di annettere Kirkuk al Kurdistan.
 
Proprio la città del nord, al centro di una zona ricchissima di petrolio, e reclamata da curdi, arabi e turcomanni, è tra i motivi che hanno fatto slittare le elezioni provinciali, in programma per ottobre. Una proposta dell’Onu, presentata mercoledì in Parlamento, suggeriva di spostare all’anno prossimo il voto nella provincia contesa, in modo da permettere le elezioni nel resto del Paese e trovare una soluzione concordata per Kirkuk. Ma i deputati l’hanno respinta. .(DS)