Troppo lento il ritiro dell’esercito russo dalla Georgia
Il ritiro doveva avvenire entro oggi. Invece avverrà forse entro 10 giorni. Le truppe di Mosca vogliono comunque costituire una forza cuscinetto attorno alle regioni indipendentiste. Il Consiglio di sicurezza Onu è bloccato. I villaggi dei profughi ancora bersaglio di incendi e saccheggi

Tbilisi (AsiaNews) – Le truppe russe stanno lentamente lasciando il territorio della Georgia, ma sono decisi a far rimanere una forza militare cuscinetto attorno alle due regioni indipendentiste della Sud Ossezia e dell’Abkhazia. Sebbene la comunità internazionale continui a sollecitarli a lasciare presto il Paese, i generali russi hanno dichiarato che un pieno ritiro avverrà entro 10 gorni.

Secondo un accordo accettato da Mosca, le truppe dovrebbero completare il ritiro entro oggi. Osservatori fanno notare che in alcune zone della Georgia i soldati russi stanno organizzandosi con posti di blocco e trincee.

Il presidente georgiano Saakashvili ha detto che non accetterà mai ciò che lui definisce “una annessione russa” del territorio. Ma la comunità internazionale sembra impotente. Al Consiglio di sicurezza dell’Onu si è in stallo: i russi hanno proposto una loro risoluzione, diversa da quella francese che afferma l’integralità territoriale della Georgia. Nei giorni scorsi Mosca ha deciso di interrompere la collaborazione militare con la Nato, accusandola di voler difendere il “regime criminale” di Tbilisi.

Intanto la situazione dei civili sfollati dalle zone di guerra rimane grave, ma ancora più grave è quella dei rimasti nei villaggi semi-distrutti: essi non hanno cibo, né medicine, né speranze di ricostruirsi una vita. Alcuni giornalisti testimoniano che alcuni villaggi georgiani confinanti con la Sud Ossezia continuano a bruciare ancora oggi. Soldati russi sono anche accusati di saccheggio.