Esce dai confini nazionali la vicenda dell’elicottero dell’esercito libanese abbattuto
Il presidente Suleiman ne parlerà in Qatar, alla vigilia dell’arrivo di Sarkozy a Damasco. A livello politico interno, nessuno nega la responsabilità di Hezbollah, ma, all’indomani della nomina del nuovo capo dell’esercito, Nabih Berri propone un Comitato di coordinamento tra le forze armate e il Partito di Dio.
Beirut (AsiaNews) – I problemi relativi alla sicurezza evidenziati dall’abbattimento dell’elicottero dell’esercito libanese, per il quale è unanimemente considerato responsabile Hezbollah, sono al centro del dibattito politico interno e saranno anche portati a livello internazionale, visto che con ogni probabilità il presidente della Repubblica, Michel Suleiman, ne parlerà nel corso della sua visita in Qatar, che comincia oggi. E domani il presidente francese Sarkozy arriva a Damasco, luogo fondamentale per la situazione interna libanese.
 
All’indomani della nomina del nuovo comandante dell’esercito, il generale Jean Kahwaji, che prende il posto lasciato da Suleiman, anch’egli maronita, mentre esponenti della maggioranza accusano apertamente Hezbollah di aver creato una realtà alternativa ed indipendente dallo Stato, la linea dell’opposizione, guidata proprio dal Partito di Dio, si evidenzia in quanto scrive oggi As-Safir: da un lato che “i miliziani di Hezbollah hanno pensato che fosse un raid di un commando israeliano” e dall’altro che la responsabilità di fondo è dello “scarso coordinamento tra l’esercito” e Hezbollah, in un momento di “stato di mobilitazione” dei miliziani per le minacce di Israele. Nabih Berri, capo del movimento sciita Amal ed esponente importante dell’opposizione, ha espressamente chiesto un coordinamento tra esercito e Hezbollah, aggiungendo che quest’ultimo “resterà per il Libano un bisogno ed una necessità”.
 
I problemi della sicurezza libanese saranno discussi anche durante la visita di Suleiman in Qatar, Paese che con la sua azione diplomatica ha portato agli accordi di Doha, che hanno messo fine allo stallo della vita politica libanese.
 
Da tale punto di vista, il viaggio di Suleiman viene anche in qualche modo collegato con quello che da domani vedrà il presidente francese Sarkozy a Damasco. Quest’ultimo, infatti, se “scongela” l’isolamento siriano, mira anche ad ottenere da Bashar al-Assad una azione positiva per la soluzione delle tensioni nell’intero Medio Oriente, Libano in primo piano. (PD)