Attivista condannata al lager: ha parlato con giornalisti durante le Olimpiadi
Per un’intervista, la donna è stata accusata di aver “disturbato l’ordine pubblico”. Pechino aveva promesso piena libertà di stampa ai giornalisti stranieri per tutti questi mesi. Il pastore “Bike” Zhang è stato liberato, ma gli è vietato andare a Pechino, per incontrare i giornalisti.

Pechino (AsiaNews/Chrd) – Wang Guilan, attivista per i diritti umani è stata condannata a 15 mesi di rieducazione attraverso il lavoro” per aver “disturbato l’ordine pubblico”. Intanto, un pastore protestante, tenuto segregato per tutte le Olimpiadi, è stato liberato, ma gli è proibito raggiungere Pechino, fino alla fine delle paraolimpiadi.

Wang Guilan  di Enshi (Hubei) era stata arrestata lo scorso 29 luglio e tenuta nella prigione della città per aver concesso un’intervista a un giornalista straniero a pochi giorni dalle Olimpiadi.

Accusata di aver “disturbato l’ordine pubblico”, è stata condannata al lager il 29 agosto scorso.

La Cina aveva promesso di liberalizzare il lavoro dei giornalisti stranieri dal 1°gennaio 2008 fino a dopo le Olimpiadi, lasciando che essi potessero visitare a piacere qualunque luogo e intervistare chiunque volessero. In realtà i limiti alla libertà di stampa sono rimasti. L’associazione della stampa estera a Pechino ha registrato almeno 300 casi di violenze contro giornalisti stranieri.

Intanto, secondo la China Aid Association, in Henan, è stato liberato il pastore protestante Zhang Mingxuan (detto “Bike”) e anche sua moglie. Entrambi erano stati presi a pochi giorni dalle Olimpiadi, il 6 agosto e costretti a viaggiare lontano da Pechino per evitare che il pastore, molto noto alla stampa americana, venisse intervistato dai giornalisti stranieri.  Il pastore e sua moglie hanno il divieto di tornare a Pechino fino a che non finiscono le Paraolimpiadi, in programma nella capitale cinese dal 6 al 17 settembre.