Dialogo e non repressione, lo chiede al governo il card. Pham Minh Man
In una lettera pastorale l’arcivescovo di Ho Chi Minh City lamenta il comportamento delle autorità di Hanoi nella vicenda del terreno della parrocchia di Thai Ha e dei Redentoristi, il superiore dei quali, in una sua lettera, parla di “persecuzione”.
Hanoi (AsiaNews) – Il cardinale Pham Minh Man chiede dialogo ed evidenzia carenze ed errori delle leggi e cattivo comportamento delle autorità, il responsabile dei Redentoristi, padre Vincent Nguyen Trung Thanh, denuncia “persecuzione”. Sono due lettere, che rappresentano i più recenti eventi della lunga vicenda che riguarda i terreni della parrocchia di Thai Ha, nella capitale vietnamita.
 
In una lettera pastorale datata primo settembre e indirizzata alla sua diocesi di Ho Chi Minh City, il cardinale rileva le contraddizioni e le lacune esistenti nella normativa sui terreni, evidenzia le ragioni dei Redentoristi, critica il comportamento violento della polizia contro i fedeli di  Thai Ha (nella foto), chiede un dialogo franco e sincero, con spirito fraterno tra i Redentoristi e le autorità di Hanoi per risolvere “alla luce della verità della giustizia e della carità” la questione.
 
In primo luogo il cardinale nota che i media di Stato hanno dato sulla vicenda una informazione “da una sola parte”. “Molti hanno criticato che la descrizione fatta è solo unilaterale e la verità è stata mutilata e distorta. Tale tipo di informazione serve solo interessi personali di un individuo o di una parte e non per il benessere del popolo, né per un saldo sviluppo del Paese nel suo insieme”.
 
L’arcivescovo dice poi di aver parlato col superiore dei Redentoristi che affermano di avere “tutti i documenti legali e storici” per provare la proprietà degli stessi religiosi e della parrocchia del terreno in discussione. Essi affermano inoltre che “non c’è mai stato alcun documento che mostra le cessione, l’autorizzazione all’uso, la donazione o la concessione a qualsiasi organizzazione o autorità legale”. I Redentoristi e la parrocchia “sono determinati a chiedere verità e giustizia sulla questione della proprietà, secondo ciò che è stabilito dalla Costituzione e dalle leggi del Vietnam, così come dalle norme internazionali che il Vietnam ha sottoscritto e si è impegnato a rispettare”.
 
Informazioni fornite da funzionari pubblici, inoltre, scrive ancora il cardinale, evidenziano che “la legge sui terreni, benché sia stata rivista cinque volte, produce ancora molte assurdità. Numerosi decreti ed istruzioni si accavallano l’un l’altro e numerosi articoli si contraddicono”. “In alcune regioni, numerose controversie che sono state risolte dagli ispettori federali non hanno avuto seguito da parte delle autorità provinciali”. Ci sono numerosi casi nei quali i funzionari hanno commesso errori, senza subire conseguenza. “L’errore umano è inevitabile, ma, in questo caso correggerlo è un dovere”. “Il governo deve sedersi con coloro che hanno controversie, ascoltarli ed affrontare seriamente ogni caso”.
 In quanto cattolici e seguendo il magistero del Concilio, di Giovanni Paolo II e dell’attuale Papa, il cardinale ricorda che “la politica della Chiesa è promuovere il dialogo tra tutte le parti interessate per risolvere così ogni questione sociale, nel rispetto di verità, giustizia e carità”.  Se una legge è “inadeguata”, essa non è “adeguata” alla verità e alla giustizia. 2Dal momento che l’attuale norma sui terreni contiene ancora numerose assurdità e, d’altro canto, le autorità di alcune regioni si limitano ad eseguire ciecamente le disposizioni dei superiori senza ascoltare la gente e non prendono seriamente in considerazione ogni rimostranza, tante dispute si trascinano per troppo tempo. La vicenda di Thai Ha non è un’eccezione. Eseguire ciecamente ordini senza senso, abusare del potere ed un uso eccessivo della forza non risolverà il problema, ma produrrà solo maggiori ingiustizia e instabilità sociale”.
 
Alla violenza subita da parte della polizia di Hanoi fa riferimento invece padre Vincent Nguyen Trung Thanh. “In questi giorni – scrive il superiore provinciale dei Redentoristi – tempeste terrene tentatno di opprimerci, poteri terreni muovono campagne contro di noi”. “Noi – scrive ancora – stiamo vivendo pienamente la nostra vocazione, stiamo vivendo la sorte dei poveri, dei perseguitati mentre continuiamo a proclamare la verità nella convinzione che la verità di farà liberi”.