Nella festa di Madre Teresa, aperti 3 campi per i fuggitivi dell’Orissa
di Nirmala Carvalho
Serviranno ad ospitare una parte dei 50 mila nascosti nella foresta dopo le violenze dei giorni scorsi. Lettera del Primo ministro Manmohan Singh a sr Nirmala Joshi, superiora delle Missionarie della carità.

Kolkata (AsiaNews) – Le notizie delle violenze nell’Orissa non hanno fermato l’atmosfera di festa alla casa madre delle Missionarie della carità. Nel giorno della memoria liturgica della beata Teresa di Calcutta, l’arcivescovo della città, mons. Lucas Sirkar ha presieduto stamane la messa nella cappella, davanti a oltre 500 partecipanti, ricchi e poveri, membri di diverse religioni. Hanno concelebrato anche 10 sacerdoti.

Una delle suore ha detto che “l’atmosfera era piena di gioia e di pace”. Durante la giornata si susseguiranno diverse occasioni di incontro con il continuo pellegrinaggio alla tomba di Madre Teresa.

Proprio in occasione della festa della loro fondatrice, in Orissa le Missionarie della carità hanno deciso di aprire 3 campi profughi per raccogliere i fuggitivi e tutte le persone rimaste senza casa dopo le distruzioni e le violenze dei radicali indù. Secondo fonti protestanti vi sono almeno 50 mila persone disperse nella foresta o nei centri di raccolta provvisori approntati dal governo di Bhubaneshwar.

All’inizio delle violenze, Sr Suma, assieme e a un gruppo delle suore di Madre Teresa, era stata colpita da una sassaiola da parte di giovani fondamentalisti che hanno distrutto l’auto su cui viaggiavano. Solo l’intervento di alcuni anziani del villaggio le ha salvate dal linciaggio. Sr Suma ha detto ad AsiaNews: “Proprio oggi, festa della nostra beata Madre, apriremo 3 campi di raccolta per i rifugiati – le vittime della violenza – in tre villaggi del distretto di Kandhamal. Abbiamo tutti i permessi locali, ma stiamo domandando a Madre Teresa di intercedere per la sicurezza di quelli che saranno ospitati”. Il distretto di Kandhamal è stato l’epicentro delle violenze di questi giorni, che hanno portato alla morte di almeno 20 persone, alla distruzione di 52 chiese e di 4 mila case di cristiani in 300 villaggi.

Nei giorni scorsi, la superiora delle Missionarie della carità, sr Nirmala Joshi, aveva scritto al primo ministro Manmohan Singh per comunicargli tutta la preoccupazione per quanto succede in Orissa. Singh ha risposto con una lettera in cui assicura la protezione del governo e il sostegno di cui i cristiani hanno bisogno.

Il governo centrale di Delhi può intervenire in Orissa solo su richiesta delle autorità dello stato.