E’ ufficiale: mal costruite le scuole del Sichuan crollate sugli studenti
Per la prima volta il Comitato di indagine riconosce l’uso di materiali scadenti e di carenze costruttive, confermando le accuse subito mosse dai genitori. Ma non ne spiega ancora le “cause”. Intanto nello Yunnan puniti funzionari che hanno “mal gestito” proteste pubbliche di contadini espropriati, ma ancora nessuna giustizia per i rurali.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il Comitato ufficiale di esperti riconosce che erano costruite male e con materiale scadente le scuole del Sichuan, che nel terremoto del 12 maggio sono crollate seppellendo circa 7mila studenti e professori. Ma Zongjin, geologo esperto e capo del Comitato, ha ammesso ieri in  una conferenza stampa a Pechino che l’uso di materiale non idoneo e le carenze progettuali hanno contribuito al crollo delle oltre mille scuole. “In anni recenti – spiega – le scuole sono state costruite con rapidità, e questo può causare problemi” di qualità, con “strutture non solide e l’uso di materiali non abbastanza resistenti”. Sotto accusa anzitutto la mancanza di colonne di sostegno e di rinforzi alle strutture delle classi più grandi.

E’ la prima ammissione ufficiale, mentre finora lo Stato ha sempre imputato i crolli solo alla violenza del terremoto, di magnitudine 7,9. I genitori degli studenti morti hanno subito parlato di cattiva costruzione, anche perché molte scuole sono collassate mentre gli edifici intorno sono rimasti in piedi. Molte scuole sono crollate sugli studenti che correvano all’uscita e che si sarebbero potuti salvare se la struttura avesse resistito poco di più. Ma a lungo i governi locali hanno cercato di tacitare queste proteste, anche offrendo indennizzi in denaro a condizione che non protestassero più; molti governi si sono anche affrettati a buttar giù quanto rimaneva delle scuole, per asserite ragioni di sicurezza, così da impedire una successiva indagine. I genitori accusano anche che funzionari pubblici corrotti hanno sottratto i fondi dell’edilizia scolastica costringendo le ditte a lavorare in economia, ma il governo non ha ancora mosso accuse per la cattiva costruzione e ancora dice di non poter fornire il dato ufficiale degli studenti morti, anche se ormai non ci sono speranze di trovare i 18mila “dispersi” per il terremoto, che si aggiungono alle 69mila morti ammesse. I genitori ricordano anche che già avevano denunciato la fatiscenza di molte scuole, ma c’erano state ispezioni che le avevano dichiarate “sicure”.

Intanto ieri nello Yunnan sono stati destituiti o messi sotto procedimento disciplinare i maggiori funzionari della città di Puer, per non avere dato giustizia ai contadini della contea di Menglian in occasione di una disputa sul prezzo della gomma offerta ai  produttori dagli acquirenti. A luglio i rurali hanno presentato petizione alle autorità per i bassi prezzi dovuti accettare, ma queste risposero facendo intervenire la polizia. Il 19 luglio sono esplosi scontri violenti, con due contadini uccisi dalla polizia e almeno 15 feriti, nonché 41 feriti tra la polizia e 8 veicoli distrutti. L’ex segretario del Partito comunista di Menglian, Hu Wenbin, è stato destituito anche per avere beneficiato di favori (come un’auto di lusso) da chi ha tolto le terre ai rurali. Mentre l’allora sindaco di Puer Shen Peiping e il segretario del Pc Gao Xusheng hanno dovuto scrivere una lettera di autocritica.

Le indagini hanno riguardato la cattiva gestione delle proteste, mentre solo ora le autorità promettono accertamenti sulla sottrazione delle terre.