La Lega araba condanna Teheran per l’occupazione delle isole dello Stretto di Hormuz
Pieno appoggio alla protesta degli Emirati. Il Consiglio di cooperazione del Golfo, da parte sua, torna a chiedere che la questione sia risolta con un arbitrato internazionale.
Dubai (AsiaNews/Agenzie) – La Lega araba condanna l’occupazione da parte dell’Iran di tre isole degli Emirati e promette appoggio a “qualsiasi iniziativa pacifica” degli EAU per il loro recupero, al tempo stesso il capo del Consiglio di cooperazione del Golfo esorta Teheran ad accettare un arbitrato internazionale per risolvere la questione.
 
Oggetto del contendere le isole di Abu Mousa (nella foto), Grande e Piccola Tunb. Quasi disabitate (500 abitanti), sono di nessuna importanza economica, ma di notevole valore strategico, in quanto collocate davanti allo Stretto di Hormuz, la “porta del petrolio”. La sovranità è contestata, ma Teheran le controlla e nelle settimane scorse vi ha collocato alcuni uffici marittimi e di guardia costiera. A recenti analoghe proteste, l’Iran ha sprezzantemente risposto affermando il suo diritto di governare “il territorio iraniano”.
 
Già in passato sia la Lega araba che il Consiglio di cooperazione del Golfo avevano difeso il diritto degli Emirati, ma la nuova presa di posizione del Consiglio dei 21 ministri degli esteri della Lega araba, presa al Cairo appare forte: gli Emirati hanno un “incondizionato diritto” sulle tre isole e l’Iran deve rimuovere immediatamente le strutture che ha illegalmente istituito ad Abou Mousa in flagrante violazione della sovranità degli Emirati. La Lega araba, inoltre condanna le esercitazioni militari iraniane che coinvolgono le isole, il loro spazio aereo e le loro acque territoriali ed infine stigmatizza la politica di insediamenti che Teheran sta portando avanti per modificarne la struttura demografica.
 
Ogni azione del tipo indicato, afferma infine la Lega araba, va considerata una interferenza negli affari interni di uno Stato indipendente e sovrano e non promuove la fiducia reciproca, minaccia la pace e la sicurezza della regione e compromette la sicurezza della navigazione internazionale.
 
Forte di tale presa di posizione, il capo del Consiglio di cooperazione de Golfo - che comprende i sei Stati arabi del Golfo, e cioè Arabia Saudita, Qatar, Oman, Emirati arabi uniti, Bahrein e Kuwait – Abdul Rahman al-Attiyah, in un’intervista a GulfNews ha detto che Teheran dovrebbe rispondere positivamente alle “sincere” richieste del Consiglio di portare la questione alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja.