Organizzazioni per i diritti umani denunciano arresti di cristiani a Sana’a
Middle East Concern lancia una campagna per chiedere alle autorità yemenite di rispettare i diritti umani degli imprigionati. La famiglia dell’unico del quale si sa il nome esprime timori che venga torturato in carcere.
Sana’a (AsiaNews/MEC) – Arresti di cristiani vengono denunciati nello Yemen. Nel silenzio delle autorità si conosce il nome solo di uno di loro, Hani el-Dahayni, il primo ad essere preso dalla polizia, poco prima del 20 maggio. Altri sette arresti sarebbero avvenuti in agosto. Per tutti il timore è che possano essere torturati in carcere e la preoccupazione è la pena di morte prevista per l’apostasia, ossia per i musulmani che abbandonano l’islam per un’altra religione.
 
Le notizie vengono da Middle East Concern, una organizzazione che si occupa della libertà di religione in Medio Oriente, che lancia anche una campagna internazionale, scrivendo, anche tramite le ambasciate yemenite, al presidente della Repubblica, generale Ali Abdullah Saleh, al ministro per i diritti umani Houda Ali Abdullatif al-Baan ed al ministro per la giustizia, Ghazi Shaif Al-Aghbari per chiedere il rispetto dell’Accordo internazionale sui diritti civili e politici – sottoscritto anche da Sana – e garantire che saranno rispettati i fondamentali diritti umani di el-Dahayni e degli altri detenuti e che sia loro consentito di vivere secondo le loro convinzioni, liberamente raggiunte, nel loro Paese.
  
A quanto si sa, la famiglia di el-Dahayni ha confermato che il giovane, 30 anni, è stato arrestato al termine di una perquisizione condotta dalla polizia nel suo ufficio, nel corso della quale sono stati sequestrati dei computer. La famiglia si dice preoccupata per la possibilità che egli sia torturato in prigione, pratica della quale le autorità sono comunemente accusate. Un recente rapporto dello stesso ministro per i diritti umani ha denunciato le dure condizioni di vita nelle prigioni yemenite e le pratiche normalmente compiute contro i detenuti.
 
Secondo quanto diffuso da Sahwa Net, poi, il 18 agosto la polizia ha arrestato sette persone nella provincia occidentale di Hudayda, con l’accusa di fare propaganda cristiana. Tali arresti sono stati confermati, ma non si sanno ancora i nomi delle persone imprigionate.