Appello dei vescovi per le centinaia di migliaia di sfollati per la guerra
di Melani Manel Perera
Mancano di ripari, cibo, assistenza medica. L’aumentare degli scontri li costringe a spostarsi ancora. Intanto l’Onu e altri gruppi di aiuto lasciano la zona di guerra, dopo che il governo ha detto che non può garantire la loro sicurezza.

Colombo (AsiaNews) – E’ sempre più grave la situazione dei civili che vivono a Kilinochchi, mentre nella zona si intensificano gli scontri tra esercito e ribelli Tigri Tamil per la liberazione Eelam (Ltte) e oggi va via il personale dell’agenzia di aiuto delle Nazioni Unite. Mons. Joseph Rayappu, vescovo di Wanni e Kilinochchi, e mons. Thomas Savundranayagam, vescovo di Jaffna, chiedono cibo e assistenza per le migliaia di sfollati di queste regioni.

L’esercito ha scagliato una grande offensiva per cacciare le Tigri dalla zona e il portavoce, brigadiere Udaya Nanayakkara, dice che le truppe sono a circa 5,5, chilometri dal quartier generale Ltte a Kilinochchi. Ora che l’esercito guadagna terreno, il Ltte preme sulle famiglie con almeno due figli perché mandi un ragazzo a combattere contro l’esercito. Sempre più spesso i ribelli arruolano i ragazzi con la forza. Gli sfollati dicono che sentono “i continui bombardamenti dell’esercito, che avanza verso la zona del Ltte”.

Ma l'intensificarsi della battaglia causa un alto numero di sfollati: si calcola che ce ne siano circa 160mila nella zona degli scontri, molti dei quali non hanno nemmeno una casa e vivono sotto alberi o rifugi di fortuna (nella foto).

I vescovi Rayappu e Thomas Savundranayagam sono allarmati per la situazione degli sfollati, che mancano di cibo, riparo, assistenza medica. Molti sacerdoti della zona hanno preferito muoversi con loro, per non abbandonarli.

Oggi i funzionari della missione umanitaria delle Nazioni Unite lasciano la zona occupata dai ribelli, per spostarsi a Vavuniya, dopo che nei giorni scorsi il governo ha chiesto a tutti gli operatori umanitari di andare via dicendo che non è più in grado di proteggerne l’incolumità. Da Colombo il portavoce Onu Gordon Weiss ha confermato il “forte aumento” degli scontri, cosa che rende “troppo pericoloso restare”. Anche altri gruppi umanitari hanno lasciato la zona, o si apprestano a farlo.