Coprifuoco in Orissa: 100 case e 2 chiese bruciate nella notte
di Nirmala Carvalho
I cristiani temono altri assalti nella notte. I radicali indù attaccano anche la polizia, rea di aver imprigionato alcuni dei responsabili delle violenze dei giorni scorsi. Cristiani riconvertiti all'induismo costretti a bruciare chiese e case di altri cristiani. Denunciato il "terrorismo" sponsorizzato dallo Stato dell'Orissa.

Bhubaneshwar (AsiaNews) – Circa 100 case e alcune chiese sono state bruciate e danneggiate la notte scorsa nel distretto di Kandhamal (Orissa), dove a oltre un mese continuano le violenze contro i cristiani.

Il dispiegamento di polizia e di forze speciali non riesce a far fronte alle folle di radicali indù che vogliono l’eliminazione dei cristiani e la distruzione delle loro istituzioni.

Sebbene sia stato dichiarato il coprifuoco in 9 zone del distretto, la notte scorsa gruppi di fondamentalisti hanno distrutto 30 case e una chiesa nel villaggio di Sikacheta; 20 case a Telenga e altre 55 case e una chiesa a Beheragaon.

I gruppi radicali esigono che alcuni loro membri, imprigionati a causa delle violenze dei giorni scorsi, siano liberati. Per questo essi hanno anche assaltato alcuni posti di polizia e bloccato 42 strade tagliando alberi che ostruiscono il passaggio e rendono difficili le operazioni di polizia.

I cristiani temono che con l’isolamento creato in questo modo, nella notte vi potranno essere altri assalti.

I gruppi fondamentalisti vogliono fermare le conversioni al cristianesimo che, secondo loro sono ottenute attraverso compensi o inganno. Nei villaggi essi minacciano di morte e distruzione della casa chi non si riconverte all’induismo. Una fonte dal distretto di Kandhamal ha confermato ad AsiaNews che in un villaggio tutte le famiglie cristiane (meno 6)  “si sono arrese” [si sono riconvertite all’induismo]. Come “prova” della loro conversione, i gruppi radicali indù esigono che siano questi nuovi “convertiti” ad accendere il fuoco per incendiare cappelle e case di altri cristiani.

Abraham Mathai, vice-presidente della Commissione per le minoranze del Maharashtra, ha chiesto che l’Orissa sia posto subito sotto il diretto governo della Presidenza. In una dichiarazione pubblicata oggi egli afferma che “le violenze a Kandhamal durano da 45 giorni, senza che la macchina dello Stato [dell’Orissa-ndr] le abbia cancellate o frenate…. Dobbiamo forse gridare alla complicità dello Stato o a un terrorismo di popolo sponsorizzato dallo Stato? Con l’aumento di questo tipo di anarchia e le disfunzioni del governo statale, l’unico modo di contenere questa situazione è invocare l’articolo 365, licenziare il governo dell’Orissa e trasferire l’amministrazione nelle mani dell’esercito… L’inazione del governo statale dell’Orissa nel fermare le violenze ha finora rassicurato le forze nazionaliste, diffondendo attacchi simili in altri Stati come il Karnataka, Chhattisghar, Madya Pradesh, Kerala, ecc…”