A giorni il plenum del Comitato centrale, per ridisegnare il volto del Paese
I leader sono attesi a decidere riforme epocali, quali la riorganizzazione delle zone rurali per eliminare il divario tra campagna e città e migliorare la condizione di centinaia di milioni di persone. Esperti: il popolo aspetta riforme democratiche e riconoscimento dei diritti, non è più tempo di promesse.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – E’ stato annunciato per il 9 ottobre il terzo plenum del 17° Comitato centrale del Partito comunista (Pc) cinese. Dai quattro giorni di incontri dei leader del Paese si prevede possano uscire importanti riforme, soprattutto per la riorganizzazione e lo sviluppo delle zone rurali.

La riforma dell’agricoltura è un problema urgente, che riguarda centinaia di milioni di persone e che deve conciliare la protezione dell’ambiente e le esigenze dello sviluppo, la cronica povertà e arretratezza della campagna con la necessità di garantire raccolti abbondanti e cibo sano. Da anni il Politburo si è impegnato ad eliminare il divario sociale ed economico esistente tra città e campagna, che spinge ogni anno centinaia di milioni di persone a migrare nelle città per lavorare come operaio edile o nelle fabbriche. Analisti prevedono che si discuterà pure di riforma del regime di terreni, per garantire i diritti di cittadini e coltivatori spesso cacciati dalle autorità locali con minimi indennizzi.

Altri problemi non rinviabili sono il malcontento contro corruzione, mancanza di trasparenza e di libertà di stampa e il crescente numero di proteste sociali.

Quest’anno ricorrono i 30 anni dalla riforma economica del Paese. Hu Xingdou, professore presso l’Istituto di tecnologia di Pechino, osserva al South China Morning Post che “la Cina è a un bivio: lo sviluppo economico è prossimo ai suoi limiti, se non ci sarà la necessaria riforma politica”. “”Un ulteriore ritardo… metterebbe in pericolo la stabilità e farebbe dubitare della legittimità del ruolo guida del Pc”. “Occorrono azioni concrete per alleviare le tensioni sociali e il malcontento diffuso, piuttosto che rinnovare impegni non vincolanti a studiare soluzioni”.

Il presidente Hu Jintato e il premier Wen Jiabao – osserva – hanno più volte parlato di riforme democratiche, alimentando le speranze di gran parte della popolazione, speranza che si sta tramutando in scontento con il trascorrere degli anni senza cambiamenti. Scontento diffuso soprattutto nelle zone rurali, rimaste indietro nello sviluppo e più colpite da inquinamento e dispute sul diritto di proprietà della terra, con il vecchio sistema di proprietà collettiva che espone i contadini agli abusi delle autorità locali e li disincentiva dal dedicarsi a grandi migliorie nella coltivazione.

Si prevede si parli anche dei più recenti scandali, come la sicurezza nelle miniere e quella alimentare.