Pechino, dopo il latte, anche la soja alla melamina
Crescono i sequestri di prodotti cinesi in tutto il mondo. Il governo cinese ammette errori e mancato rispetto delle regole. A rischio l’industria casearia nazionale.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Dopo il latte in polvere avvelenato, arriva oggi un nuovo allarme, che riguarda il latte alla soia: le autorità del Guangzhou avrebbero disposto il sequestro dei prodotti a marchio Bingquan, perché potrebbero contenere anch’essi tracce di melamina. Una fonte di preoccupazione in più per i consumatori cinesi, che in queste settimane avevano privilegiato i prodotti alla soia perché si riteneva fossero immuni dallo scandalo.

Intanto il governo cinese ammette che vi sono state “scappatoie alla legge” da parte dei produttori, i quali “non hanno osservato le normative” in materia di sicurezza alimentare. Un atteggiamento, sottolinea il Ministro cinese dell’Industria Li Yizhong, che ha contribuito ad “aggravare la portata di uno scandalo”, quello del latte contaminato, che rischia di “mettere in ginocchio l’industria casearia nazionale”.

A fronte di una parziale ammissione di responsabilità da parte delle autorità a Pechino, crescono nel mondo i sequestri di prodotti di origine cinese contaminati da melamina.Oggi l’agenzia per la sicurezza alimentare coreana (Kfda) denuncia tracce di melamina in prodotti dolciari di giganti dell’industria del settore, fra cui Nestle e Mars, prodotti in Cina e commercializzati in Corea del Sud. Tra i dolciumi incriminati gli M&M’s e le noccioline Snickers prodotti della Mars Korea e le barrette di Kit Kat commercializzate da Nestle Korea, che hanno fatto registrare valori di melamina pari a 2,89 parti per milione. Salgono quindi a dieci i prodotti posti sotto sequestro in Corea del Sud, ma una nuova e più approfondita indagine è stata avviata dall’ente per la sicurezza alimentare. Esso prenderà in esame il procedimento alla base della produzione di 428 alimenti provenienti dalla Cina, per valutarne il grado di sicurezza.

Dall’Olanda giunge invece notizia secondo cui sono stati ritirati dagli scaffali biscotti e caramelle del marchio cinese Koala, seguendo un analogo provvedimento preso ieri contro noccioline e biscotti al cioccolato dello stesso brand. Bandita la vendita anche per i prodotti White Rabbit, anche se le autorità alimentari gettano acqua sul fuoco. Un consumo minimo non crea “problemi” e i prodotti incriminati “si trovano solo nei supermarket cinesi”, mentre non sono presenti nelle principali catene di negozi olandesi.

Infine l’isola di Malta, dove gli ispettori del Ministero della sanità hanno disposto il sequestro di 257 confezioni di biscotti prodotti in Cina e contenenti la sostanza chimica incriminata; via dai negozi i marchi Koala e White Rabbit, i quali sarebbero giunti nei negozi maltesi attraverso importatori che commerciavano con l’Olanda. Il ministero ha inoltre disposto una indagine a tappeto sui ristoranti cinesi dell’isola, che sinora ha dato esito “negativo”.

L’ente americano per la sicurezza alimentare – la Food And Drug Administration – cerca di ridimensionare il panico generale. Secondo la Fda non  vi sono grossi pericoli legati alla presenza di “tracce minime di melamina” negli alimenti (pari a 2,5 parti per milione), eccezion fatta per i “cibi per neonati e il latte in polvere” che possono risultare mortali.