Orissa: villaggi cristiani bruciati, 12 mila persone scomparse dai campi di rifugio
di Nirmala Carvalho
I cristiani si sentono insicuri anche sotto il controllo del governo e lasciano i rifugi per scappare in altre zone dell’India. A Kandhamal continuano le distruzioni da oltre un mese.

Bhubaneshwar (AsiaNews) – Circa 12 mila persone sono scomparse dai campi profughi approntati dal governo dell’Orissa per ospitare i cristiani che fuggono dalle violenze dei radicali indù e dai loro villaggi distrutti. Intanto si registrano ancora decine di case bruciate, mentre il governo dello Stato assicura di fare il possibile per mantenere la sicurezza.

Dal 24 agosto nel distretto di Kandhamal, è in atto una campagna di attacchi contro i cristiani e le loro istituzioni, che ha provocato la morte di 60 persone e la fuga di oltre 50 mila. Di questi almeno 15 mila sono stati accolti in campi di rifugio gestiti dal governo. Ma i cristiani non si sentono al sicuro. Nei giorni scorsi sono avvenuti assalti da parte di gruppi fondamentalisti indù contro i cristiani dei campi, con minacce e tentativi di riconvertirli all’induismo. A nessun cristiano dall’esterno è permesso entrare nei campi e anche volontari e personale medico di organizzazioni non governative sono vigilati da vicino, col sospetto di voler favorire conversioni al cristianesimo.

Intanto dalla diocesi di Bhubaneshwar giungono altre notizie di villaggi incendiati. Ieri nel villaggio di Balligada, 25 case di cristiani sono state prima saccheggiate e poi date alle fiamme. Il 7 ottobre a Phiringia e Sujeli (G. Udayagiri) sono state attaccate e distrutte 6 case.

La situazione sempre tesa contrasta con  le assicurazioni che il governo dell’Orissa proclama, di poter mantenere la sicurezza. Secondo il governo, i cristiani che lasciano i campi profughi ritornano ai loro villaggi. In realtà, secondo fonti della diocesi, i cristiani stanno lasciando l’Orissa alla ricerca di luoghi più sicuri.