Gruppi ecumenici in aiuto della popolazione a Mindanao
di Santosh Digal
Dal 22 al 24 ottobre prossimi si terrà una missione umanitaria nella regione autonoma musulmana, martoriata dalla guerra fra esercito governativo e ribelli del Milf. L’obiettivo è portare cibo, medicinali e aiuti agli oltre 528mila sfollati accolti in 123 campi profughi della regione.

Manila (AsiaNews) – Organizzazioni non governative, associazioni religiose, enti caritativi e comunità accademiche hanno unito le forze per dar vita a una missione umanitaria a Mindanao. La rete di servizi di sostegno a carattere ecumenico e istituzionale ha elaborato un progetto di assistenza per la popolazione martoriata dalla guerra, in programma dal 22 al 24 ottobre prossimi nella regione autonoma musulmana del Mindanao (Armm): l’obiettivo è portare aiuti, medicinali, cibo e acqua potabile alle 110.389 famiglie colpite dalla nuova ondata di violenze.

Il conflitto fra l’esercito governativo e i ribelli del fronte islamico Moro (Milf), divampato con maggior vigore lo scorso agosto in seguito alla mancata sottoscrizione del memorandum of agreement (Moa) bloccato dalla Corte suprema, ha causato finora 528.028 sfollati. A Mindanao la nuova guerra ha colpito 354 villaggi di 68 diverse municipalità, suddivise in 5 città di 11 province del Paese. Gli sfollati aumentano ogni giorno e il numero dei campi profughi è in continua crescita: solo nell’ultimo periodo sono stati aperti nuovi centri a Datu Anggal Mitimbang, Datu Piang, Datu Saudi Ampatuan, Sheriff Aguak e Talayan – nel Mindanao centrale – passando dagli iniziali 107 a un totale di 123.

Secondo Maria Benita Clamonte, attivista locale per i diritti umani, solo a Lanao del Norte “vi sono 56.702 persone senza casa e senza cibo” a causa della guerra. Per questo è benvenuta “qualsiasi tipo di assistenza” e non si fanno “distinzioni fra organizzazione diverse”: l’importante è riuscire ad affrontare “in maniera adeguata la crisi attuale”.

In base a un rapporto della protezione civile filippina, per poter mantenere in funzione i centri di accoglienza sono necessari oltre 161 milioni di peso – circa 3 milioni e mezzo di dollari Usa – dei quali 130 milioni sono già stati stanziati dal governo centrale e dalle circoscrizioni locali.