Pechino annuncia l’attesa riforma sanitaria
Rese note le linee guida, dopo anni di studio. L’obiettivo è assicurare assistenza gratuita almeno per servizi sanitari di base e cure urgenti e sovvenzionare gli ospedali. Ma gli esperti ammoniscono la difficoltà ad applicarla e prevedono una sperimentazione in alcuni ospedali soltanto.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Dopo 2 anni di intenso dibattito, il governo ha annunciato ieri le linee guida della riforma sanitaria. Per gli esperti, vi sono idee interessanti, ma ancora molto generiche.

Già 3 anni fa Pechino ha riconosciuto “il fallimento” dell’attuale sistema medico e annunciato una completa riforma. Oggi solo una minoranza dei cittadini gode di assistenza sanitaria gratuita: ne godono i dipendenti pubblici, ma le centinaia di milioni di contadini e di operai debbono pagare ogni prestazione. Questo porta centinaia di milioni di persone a trascurare la salute, oppure li costringe a vendere tutto e indebitarsi quando qualcuno in famiglia ha una malattia grave.

I migliori ospedali poi sono concentrati nelle città e i rurali debbono spesso percorrere centinaia di chilometri per farsi visitare o curare da bravi specialisti. Secondo dati del Ministero cinese della salute, almeno l'80% dei contadini muore senza aver mai visto un medico, a causa del prezzo delle visite e delle cure.

Il progetto di riforma vuole assicurare identico accesso ai servizi sanitari di base sia nelle città che nelle campagne, sia per le cure mediche anche urgenti che per le visite di controllo e la prevenzione, che per l’assistenza a maternità e bambini e la vaccinazione. Inoltre vuole garantire, entro il 2010, un’assicurazione medica per il 90% dei residenti urbani e rurali e assicurare almeno all’80% delle prestazioni cliniche di base e la vendita a prezzi controllati dei farmaci essenziali (ora le cliniche spesso fanno pagare i farmaci a prezzi maggiorati). Per il 2020 si vuole garantire a tutti uguale accesso ai servizi sanitari.

Ma esperti notano che il progetto di riforma non spiega come ciò possa avvenire. In specie, come saranno finanziati gli ospedali, che oggi ricevono minimi sussidi statali e sono costretti ad autofinanziarsi e a far pagare ogni prestazione (al punto che molti sono stati trovati a incoraggiare cure non necessarie e costose). Secondo indiscrezioni, questa riforma sarà dapprima sperimentata solo in alcuni ospedali.

Chen Yude, professore di Politiche sanitarie e amministrazione presso l’università di Pechino, osserva che occorre anzitutto fornire assistenza sanitaria di base in ogni comunità, perché “sono troppo complicate e difficili le riforme per gli ospedali pubblici, che potranno essere sperimentate solo in pochi casi pilota”.

Sul progetto è previsto un pubblico dibattito fino al 14 novembre: ognuno può prenderne visione sul sito web shs.ndrc.gov.cn/yg e lasciare idee e commenti. (PB)