Papa: a Pompei per affidare alla Madonna il Sinodo e i missionari
In pellegrinaggio al santuario dedicato alla Vergine del Rosario, Benedetto XVI parla del “ruolo di Maria”, che “impersona il popolo che lui si è scelto per irradiare la sua benedizione su tutta la famiglia umana”. Ricordando la vita del beato Bartolo Longo, il Papa rileva che anticlericalismo e superstizioni non mancano ai nostri giorni.
Pompei (AsiaNews) – Affidare il Sinodo sulla Parola di Dio a Maria, “nel cui grembo il Verbo si è fatto carne”, “perché possa portare frutti di autentico rinnovamento in ogni comunità cristiana” e raccomandare la preghiera per quanti “spendono le loro energie a servizio dell’annuncio del Vangelo a tutte le nazioni”. Sono le ragioni del pellegrinaggio che Benedetto XVI ha compiuto oggi a Pompei, la cittadina vicino Napoli rinata nel secolo scorso intorno al santuario qui voluto dal beato Bartolo Longo e dedicato in modo particolare al Rosario, che oggi il Papa ha definito “dono singolare di Maria”. Una preghiera alla quale è dedicato il santuario voluto da un uomo che in gioventù fu “un militante anticlericale” e si dette anche “a pratiche spiritistiche e superstiziose”, “tendenze che non mancano nei nostri giorni”.
 
Decine di migliaia di persone dalle prime ore della giornata si sono riunite nella grande pazza che fronteggia il santuario, per prendere parte alla messa celebrata da Benedetto XVI, venuto, “sulle orme” di Giovanni Paolo II, “in particolare, per affidare alla Madre di Dio, nel cui grembo il Verbo si è fatto carne, l’Assemblea del Sinodo dei Vescovi in corso in Vaticano sul tema della Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”.
 
“La mia visita – ha detto subito dopo - coincide anche con la Giornata missionaria mondiale: contemplando in Maria Colei che ha accolto in sé il Verbo di Dio e lo ha donato al mondo, pregheremo in questa Messa per quanti nella Chiesa spendono le loro energie a servizio dell’annuncio del Vangelo a tutte le nazioni”. “In questo mese di ottobre, mese missionario e del Rosario – ha aggiunto al termiine della messa, prima della recita del’Angelus - quanti fedeli e quante comunità offrono il santo Rosario per i missionari e per l’evangelizzazione! Sono pertanto lieto di trovarmi proprio oggi, in questa ricorrenza, qui a Pompei, nel più importante Santuario dedicato alla Beata Vergine del Santo Rosario. Ciò infatti mi dà modo di sottolineare con maggior forza che il primo impegno missionario di ciascuno di noi è proprio la preghiera. E’ innanzitutto pregando che si prepara la via al Vangelo; è pregando che si aprono i cuori al mistero di Dio e si dispongono gli animi ad accogliere la sua Parola di salvezza”.
 
Durante la messa, illustrando l’episodio evangelico delle nozze di Cana, il Papa ha evidenziato il “ruolo di Maria, che viene detta all’inizio ‘la madre di Gesù’, ma che poi il Figlio stesso chiama ‘donna’, anteponendo alla parentela il legame spirituale, secondo il quale Maria impersona appunto la sposa amata del Signore, cioè il popolo che lui si è scelto per irradiare la sua benedizione su tutta la famiglia umana”.
 
Il fondatore della “nuova Pompei”, Bartolo Longo, è sttao ricordato dal Papa anche perché “la vicenda della sua crisi spirituale e della sua conversione appare oggi di grande attualità. Egli infatti, nel periodo degli studi universitari a Napoli, influenzato da filosofi immanentisti e positivisti, si era allontanato dalla fede cristiana diventando un militante anticlericale e dandosi anche a pratiche spiritistiche e superstiziose. La sua conversione, con la scoperta del vero volto di Dio, contiene un messaggio molto eloquente per noi, perché purtroppo simili tendenze non mancano nei nostri giorni. In questo Anno Paolino mi piace sottolineare che anche Bartolo Longo, come san Paolo, fu trasformato da persecutore in apostolo: apostolo della fede cristiana, del culto mariano e, in particolare, del Rosario, in cui egli trovò una sintesi di tutto il Vangelo”. Ma proprio la sua conversione rappresenta “una dimostrazione storica di come Dio trasforma il mondo: ricolmando di carità il cuore dell’uomo e facendone un ‘motore’ di rinnovamento religioso e sociale. Pompei è un esempio di come la fede può operare nella città dell’uomo, suscitando apostoli di carità che si pongono al servizio dei piccoli e dei poveri, ed agiscono perché anche gli ultimi siano rispettati nella loro dignità e trovino accoglienza e promozione”.
 
Al termine della messa, prima dell’Angelus, il Papa ha recitato la Supplica alla Madonna di Pompei, che si conclude con l’offerta della “Rosa d’oro” alla Madonna.
 
Un pensiero, infine, prima dell’Angelus, il Papa ha dedicato alla beatificazione, proprio oggi, a Lisieux, di Louis Martin e Zélie Guérin, genitori di santa Teresa di Gesù Bambino, dichiarata da Pio XI patrona delle missioni. “Pensando alla beatificazione dei coniugi Martin, mi è caro richiamare un’altra intenzione, che mi sta tanto a cuore: la famiglia, il cui ruolo è fondamentale nell’educazione dei figli ad uno spirito universale, aperto e responsabile verso il mondo e i suoi problemi, come pure nella formazione delle vocazioni alla vita missionaria”.