Borse asiatiche in rialzo; la Cina rallenta la crescita
Mercati in maggioranza positivi. Negativi Shanghai, Taipei e Manila. La crescita economica cinese è la più bassa da 5 anni. La causa: le Olimpiadi, ma soprattutto la riduzione delle esportazioni. Si prepara un incontro sulle regole della finanza mondiale. Il prezzo del petrolio scende, ma l’Opec vuole tagliare la produzione.

Hong Kong (AsiaNews) – La maggior parte dei mercati asiatici è in rialzo nella mattinata di oggi, mentre si attendono i risultati trimestrali negli Usa, e una verifica dell’impatto della crisi finanziaria sull’economia reale. Intanto l’Ufficio nazionale di statistica di Pechino ha affermato che per il terzo trimestre la crescita economica del Paese è del 9%, la più bassa da 5 anni. Esperti attribuiscono i risultati in parte alla riduzione della produzione industriale avvenuta con le Olimpiadi: la Cina, per ridurre l’inquinamento, ha bloccato molte industrie inquinanti. Ma vi è anche la riduzione delle richieste dall’estero, che fa diminuire le esportazioni, oltre a una crisi profonda del mercato edilizio.

La borsa di Tokyo ha guadagnato il 2,79%; quella di Hong Kong del 4,29; Singapore il 2,31; Seoul 1,63; Bangkok dello 0,95; Mumbai a 1,46.

La borsa di Shanghai ha invece perso lo 0,73%; Taipei l’1,72; Manila ha chiuso con un meno 1,69.

Secondo analisti, gli investitori rimangono cauti per verificare soprattutto l’andamento del mercato americano. Questa settimana molte grandi compagnie Usa pubblicheranno i loro risultati trimestrali.

Finora la crisi finanziaria è stata affrontata con un intervento degli Stati nel farsi carico degli elementi negativi e con un’iniezione di capitali nel mercato monetario. Dopo Usa, Europa, Giappone, anche la Corea del Sud ha deciso di varare un pacchetto da 130 miliardi di dollari, offrendo garanzie statali per i debiti esteri e una ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie.

Usa ed Europa hanno deciso di incontrarsi per trovare nuove regole alla finanza mondiale. L’incontro dovrebbe avvenire dopo le elezioni americane del 4 novembre. Ad esso dovrebbero partecipare i membri del G8 più alcuni Paesi emergenti: Cina, India, Brasile, Messico, Sudafrica.

Intanto, a causa della riduzione della domanda, il prezzo del petrolio è sceso sotto i 70 dollari al barile, con una riduzione del 55% rispetto ai prezzi dello scorso luglio. L’Opec ha intenzione di diminuire la produzione per elevare ancora i prezzi.