Violenze per frenare la marcia di Al Sistani verso Najaf

Kufa (AsiaNews/Agenzie) – Colpi di mortaio caduti nella moschea di Kufa hanno ucciso almeno 27 persone e ferito altre 63. La moschea traboccava di persone che intendevano andare a Najaf, per salutare l'arrivo dell'ayatollah Ali Al Sistani. Alcune ore dopo, dei cecchini hanno aperto il fuoco contro migliaia di persone che marciavano da Kufa verso Najaf, uccidendo almeno una persona.

Il Grande Ayatollah Al Sistani, l'autorità sciita più rispettata in Iraq e nel mondo, è tornato ieri in Iraq e ha lanciato una marcia pacifica verso Najaf nel tentativo di far concludere il conflitto che da tre settimane infiamma la città. Finora non è chiaro chi abbia sparato sulla folla. Hussam al-Husseini, un portavoce del leader radicale sciita Moqtada al-Sadr acusa gli americani. I portavoce dell'esercito Usa negano: "Nelle ultime 48 ore non abbiamo condotto nessuna azione militare su Kufa". Il capitano Carrie Batson ha fatto notare che nelle scorse settimane proprio i miliziani di Al-Sadr si sono distinti per "fuoco selvaggio e indisciplinato", che ha colpito molti civili.

Da diverse settimane l'esercito del Mahdi, fedele a Moqtada al-Sadr è asserragliato nel Mausoleo di Ali a Najaf, volendo creare una rivolta contro le truppe straniere in Iraq e contro il nuovo governo irakeno. Il governo di Allawi ha proposto a Moqtada al-Sadr di consegnare le armi, di dissolvere l'esercito del Mahdi e di partecipare al processo politico. Moqtada al-Sadr ha sempre rifiutato.

Il giovane sciita ribelle è malvisto da molta parte della comunità sciita e islamica del paese. Il ritorno di Al Sistani  e la marcia verso Najaf rischia di sottolineare ancora di più il suo isolamento nella comunità sciita.

Al Sistani è tornato ieri, via Kuwait da Londra, dove è stato sottoposto a cure mediche per il cuore. Al suo arrivo ha chiesto ai suoi fedeli di marciare da tutto l'Iraq verso Najaf. Stamattina il Grande Ayatollah è partito da Bassora con un convoglio di auto e di pullman per un viaggio lungo 400 km.

La proposta di pace di Al Sistani prevede di dichiarare zone "smilitarizzate" le città di Najaf e Kufa, esigendo il disarmo e l'abbandono del Mausoleo di Ali da parte dei miliziani di al-Sadr. Nello stesso tempo egli chiede alle truppe americane di terminare l'accerchiamento del santuario, lasciando alla polizia irakena la responsabilità dell'ordine nella città.