Fallisce il boicottaggio occidentale del cotone uzbeko, che i bambini sono costretti a raccogliere
Da metà settembre a novembre, come ogni anno, l’Uzbekistan chiude le scuole e costringe gli studenti a raccogliere il cotone, per salari minimi. Ora la ditte occidentali boicottano questo cotone, ma lo acquistano ditte del sud e dell’est dell’Asia, arricchendosi.

Tashkent (AsiaNews/Agenzie) – Molte catene commerciali Usa ed europee boicottano il cotone uzbeko, in protesta contro l’impiego coatto di bambini per raccoglierlo. Ma questo non ferma le autorità uzbeke, che trovano altri mercati.

Un rapporto del Forum internazionale per i diritti del lavoro e i difensori dei diritti umani in Uzbekistan ha denunciato che a ottobre, come ogni anno, intere scuole sono state chiuse e gli scolari, anche di 12 anni, sono stati inviati a raccogliere il cotone, sottoposti a rigido controllo, con scarso cibo e salari da fame. Eppure a marzo e ad aprile il Paese ha ratificato due trattati, sull’età minima per il lavoro minorile e per l’Immediata abolizione delle forme peggiori di lavoro minorile.

Ma già a maggio decine di migliaia di studenti sono stati portati sui campi per predisporli per la semina. Il cotone è uno dei principali prodotti nazionali, fonte di pregiata valuta estera, ma gli adulti preferiscono lavorare in Russia, Kazakistan e altri Paesi dove guadagnano molto di più, faticando di meno.

“Le lezioni sono fermate – dice il rapporto – e tutte le scuole chiuse, per forzare i bambini nei campi”, dove “lavorano in condizioni misere e soffrono di insolazioni, scottature e varie malattie infettive”. I genitori che si oppongono subiscono varie pressioni e sono screditati in pubblico, gli studenti sono minacciati di espulsione. Lavorano per 10-11 ore al giorno dalle 6 di mattina al tramonto, per 7 giorni la settimana. Sono pagati circa 2 centesimi di euro per chilogrammo di prodotto, molto meno di un adulto. Il rapporto è confermato dalle molte foto apparse sul sito web Ferghana.ru, di bambini nei campi che portano sulle spalle ceste colme di cotone.

Ora varie catene di vendita europee e “che rappresentano il 90% dei compratori Usa del cotone”, dice il dirigente Wal-Mart Rajan Kamalanathan, come Wal-Mart, Tesco, Mark & Spencer, Target, The Gap, Debhenams, Henne, Mauritz, hanno annunciato che boicottano i prodotti con cotone uzbeko.

Ma alla Quarta fiera annuale per il cotone, svolta a Tashkent il 14 e 15 ottobre, il Paese ha venduto circa 950mila tonnellate di cotone, per un valore di un miliardo di dollari, a Paesi tra cui Cina, India, Pakistan, Bangladesh, Corea del Sud e Emirati Arabi: che potranno lavorare il cotone e venderlo come proprio prodotto.