Afghanistan, la fame rischia di uccidere più dei talebani
Almeno 8,4 milioni di afghani soffrono di scarsità di cibo. Le cause: raccolti poveri, siccità, mancanza di irrigazione. Secondo il Pam occorrono entro febbraio almeno 95 mila tonnellate di cibo.

(AsiaNews – Agenzie) – Un' equipe di esperti inglesi del  Royal United Services Institute (Rusi) - un centro studi legato all'esercito britannico - afferma che in Afghanistan le carestie e la scarsità di cibo sono una minaccia maggiore  del pericolo talebano.

Secondo i dati del Rusi, almeno 8,4 milioni di afghani soffrono di malnutrizione e di scarsità di cibo. L'Oxfam, un organismo non governativo, stima che fino a 10 mesi fa gli afghani segnati dalla fame erano 5 milioni. La situazione è dovuta a un insieme di fattori: scarsi raccolti, sistemi poveri d’irrigazione e siccità. L'avvicinarsi dell'inverno rende ancora più acuto il problema. La popolazione chiede alle forze internazionali più aiuti per il cibo che garanzie contro il terrorismo.

“L’Afghanistan è sull’orlo del collasso - afferma il Rusi - e questa calamità potrebbe minare in modo serio il grande lavoro di sviluppo che si sta facendo in queste zone, specie quelle libere da insurrezioni. Se la Comunità  internazionale non presta attenzione a questo appello è facile aspettarsi rabbia e frustrazione da parte della popolazione, che in passato ha riposto fiducia in essa”.

Il Pam (Programma alimentare mondiale) calcola che entro febbraio siano necessari almeno 95 mila tonnellate di cibo. Una portavoce del Dipartimento per lo sviluppo internazionale (Dfid) ha dichiarato che per far fronte all’emergenza afghana, l'organimo Onu ha contribuito con 20 milioni di dollari, ma vanno prese misure ancora più consistenti: “il modo migliore di affrontare la crisi – afferma il Dfid -  è quello di creare progetti di recupero per quegli agricoltori che vivono nelle province del nord, colpite da siccità, con la fornitura di semi, fertilizzanti ed attrezzi da lavoro.  

Il rappresentante speciale Onu in Afghanistan ha domandato ai leader dei talebani di non bloccare il lavoro dei volontari che prima dell'inverno si adoperano nella distribuzione del cibo alla popolazione.