Myanmar, attivisti di “generazione 88” condannati a 65 anni di galera
Il gruppo sarebbe coinvolto nelle proteste contro l’aumento del carburante nell’agosto 2007. La protesta è sfociata nella rivolta dei monaci, soffocata nel sangue dalla dittatura militare. Condanna a 12 anni e sei mesi per un sindacalista che si batte per i diritti dei lavoratori.

Yangon (AsiaNews) – Continua la repressione dei dissidenti in Myanmar: oggi il tribunale della prigione di Insein, a Yangon, ha condannato a 65 anni di reclusione 14 attivisti di “generazione 88” – tra i quali cinque donne – per la loro battaglia a favore della democrazia durante la rivolta dei monaci nel settembre del 2007.

Fonti interne al carcere di Insein riferiscono anche della condanna a 12 anni e mezzo di galera per Su Su Nway, sindacalista che si batte per i diritti dei lavoratori. Lunedì 10 novembre il tribunale di Insein ha dichiarato colpevole un giovane blogger brimano, il 28enne  Nay Phone Latt, per vilipendio di un’alta carica dello Stato; la corte ha comminato una pena di 20 anni e sei mesi di reclusione.

La nuova serie di condanne conferma il giro di vite impresso dalla giunta militare al potere nella ex-Birmania contro le voci contrarie al regime. Secondo fonti del giornale di opposizione The Irrawaddy il gruppo di studenti di “generazione 88” sarebbe coinvolto nelle proteste di massa, divampate nell’agosto del 2007, contro la decisione del governo di aumentare i prezzi del carburante. L’agitazione è poi sfociata in una vera e propria rivolta popolare, guidata dai monaci del Paese, repressa nel sangue dalla giunta militare.

Generazione 88 è la sigla di un movimento studentesco che, nell’agosto del 1988, ha lanciato una serie di manifestazioni per promuovere democrazia e diritti umani in Myanmar; le dimostrazioni, represse dalla dittatura militare ancora oggi al potere, hanno causato almeno 3mila morti e 10mila studenti costretti all’esilio.