Obama potrà avere grande influenza nei rapporti tra le 2 Coree
di Theresa Kim Hwa-young
Esperti osservano che la “squadra” di governo che il neopresidente Usa sta scegliendo appare incline a cercare soluzioni concordate con Pyongyang e a risolvere i problemi con colloqui diretti. Ma questo può causare problemi nei rapporti con Seoul.

Seoul (AsiaNews) – Un eventuale “approccio diretto” della diplomazia del neopresidente Usa Barack Obama verso la Corea del Nord, potrebbe creare frizioni con Seoul. E’ l’opinione di Kim Seong-bae, analista dell’Istituto sudcoreano per la Strategia di sicurezza nazionale, che osserva esserci  “un ritorno in massa” di “figure chiave della presidenza Clinton tra le più attive nei rapporti con la Nord Corea”.

Kim nota che Obama ha fiducia in Wendy R. Sherman, che sotto Clinton ha svolto un ruolo chiave per giungere nell’ottobre 2000 al “Comunicato unito Corea del Nord-Usa”, mirante a normalizzare i rapporti tra i 2 Paesi e a terminare la guerra fredda nella penisola coreana. Come pure ha accompagnato l’allora Segretario di Stato Usa Madeleine Albright in Corea del Nord per incontrarsi con il “caro leader” Kim Jong-il (nella foto).

Inoltre l’ex senatore Sam Nunn, chiamato da Obama come consigliere informale per il Dipartimento della Difesa, insieme al senatore Richard Lugar ha elaborato e posto in opera all’inizio degli anni ’90 un programma di assistenza verso l’ex Unione Sovietica, con fondi, tecnologia ed equipaggiamenti per adattare ad usi civili la sua tecnologia nucleare. Programma che gli Usa vorrebbero applicare anche con Pyongyang.

Entrambi sono fautori di rapporti diretti tra Washington e Pyongyang, a differenza dell’iniziale approccio della presidenza Bush, contraria a risolvere i problemi con colloqui diretti tra i 2 Paesi.

Anche il consigliere di Obama per la Difesa, Michele A Flournoy, già vice assistente segretario alla Difesa con Clinton, preferisce soluzioni concordate all’uso di forza militare. Come pure lo sono la Albright e Jim Leach, esperti della Corea del Nord con Clinton, che hanno partecipato al summit G 20 quali “inviati” di Obama.

Esperti osservano che sono probabili “frizioni” tra Corea del Sud e Stati Uniti sulla migliore politica verso Pyongyang, poiché il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha interesse a che le relazioni tra le due Coree migliorino in tandem con quelle tra Usa e Nord Corea, ma non vuole rallentarne i progressi.