Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Le scuole crollate nel terremoto del Sichuan del 12 maggio hanno ucciso oltre 19mila persone, un quarto delle circa 80mila vittime ufficiali. Lo ha ammesso oggi Wei Hong, vicegovernatore del Sichuan, aggiungendo che il bilancio è ancora provvisorio ma senza specificare se il dato riguarda i soli studenti o anche gli insegnanti.
Per il terremoto di grado 7,9 sono crollate quasi tutte le scuole della zona, mentre spesso gli edifici attorno sono rimasti in piedi (nella foto: le macerie della scuola di Dujiangyan). Allora i genitori degli scolari morti hanno accusato i funzionari locali di corruzione per avere stornato fondi a scapito della sicurezza delle costruzioni. I governi hanno cercato di farli tacere offrendo loro “risarcimenti” in cambio del silenzio. Ma su questo non ci sono novità e Wei si è limitato a ripetere che la questione “sarà risolta in modo appropriato dal governo”. Ma Zongjin, presidente di un Comitato pubblico per verificare i danni, ha parlato a settembre di oltre 1.000 scuole mal costruite.
Intanto le opere di ricostruzione vanno a rilento. Il governo del Sichuan prevede di spendere 3mila miliardi di yuan (circa 300 miliardi di euro) entro il 2010, in parte provenienti da donazioni. Si parla di fare 4,5 milioni di abitazioni, 51mila chilometri di strade a grande scorrimento, 5.500 chilometri di ferrovie, migliaia di ospedali, scuole e altri edifici pubblici. Ma le opere stanno iniziando solo ora e milioni di sfollati si preparano ad affrontare un freddo inverno sulle montagne, in tende e altri ripari di fortuna, spesso con penuria di coperte, indumenti e cibo.