I contemplativi in Corea: protagonisti del dialogo interreligioso
di Theresa Kim Hwa-young
Il primo convento di clausura venne fondato dalle carmelitane nel 1939. Da allora la presenza dei contemplativi è sempre cresciuta: oggi sono circa 300. Dalla Corea sono partiti monaci e monache per dar vita a monasteri anche in altri Paesi dell’Asia. La stima che la cultura buddista nutre per le persone dedite alla preghiera rende la vita dei contemplativi familiare alla popolazione e da l’occasione per il dialogo interreligioso tra monaci cattolici e zen.
Seoul (AsiaNews) - In Corea, in cui il 50% della popolazione si dichiara ateo, vive e cresce la presenza silenziosa degli ordini contemplativi. La nascita del primo monastero di clausura del Paese risale al 1939, quando un gruppo di suore carmelitane partite da Parigi giunsero a Suyuri, nei pressi di Seoul. Al loro arrivo seguì quello di altre monache del Carmelo teresiano giunte da diversi Paesi e destinate a dar vita ad altri conventi nella penisola, ma non solo.
 
Fedeli allo spirito missionario del loro ordine, le claustrali carmelitane hanno fondato conventi anche in altri Paesi dell’Asia, l’ultimo a Phnom Penh in Cambogia nel 2005.
 
In Corea la presenza dei contemplativi assume particolare rilievo nel dialogo interreligioso. In una società la cui storia è contrassegnata dalla tradizione buddista, in cui la figura del monaco che vive appartato ed in preghiera è vista con rispetto e stima.
 
I contemplativi cattolici intrattengono particolari rapporti con i monaci del buddismo zen contribuendo alla mutua conoscenza tra le due religioni. La loro esistenza consacrata a Dio e vissuta seguendo i tre consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza è un messaggio rivolto all’intera società coreana, permeata dal secolarismo e incapace di educare le giovani generazioni al valore della vita e al significato dell’esistenza.
 
I vari conventi cercano di essere autosufficienti dal punto di vista economico. I monasteri delle famiglie religiose che possono contare sul terzo ordine ricevono aiuti dai loro fratelli laici, ma un sostegno alle clausure giunge anche dai semplici fedeli coreani.
 
Ad oggi in Corea vivono 113 contemplative carmelitane e continuano a sorgere, soprattutto tra i giovani, vocazioni alla vita claustrale. Nel Paese è presente anche il ramo maschile dei carmelitani. Arrivati in Corea nel 1974 ad oggi contano 47 membri che vivono nei sei monasteri sparsi nella penisola. Insieme al carisma del Carmelo teresiano esistono in Corea altri ordini claustrali: sono i certosini, i religiosi della Fraternità missionaria, i domenicani del monastero della Madre di Dio, le clarisse ed i cistercensi. In tutto quasi 140, tra monaci e monache, dedicati alla preghiera e alla  vita contemplativa.