Bartolomeo: “un dovere” la ricerca dell’unità tra ortodossi e cattolici
di NAT da Polis

In occasione della festa di Sant’Andrea, fondatore della Chiesa di Costantinopoli, il Patriarca ed il card. Kasper riaffermano che il cammino ecumenico è una strada senza alternative.


Istanbul (AsiaNews) - Si sono centrate sulla certezza che il comune cammino verso la piena comunione tra le due Chiese sorelle – cattolica ed ortodossa - è l’unica risposta anche alle sfide del mondo di oggi in piena crisi economica politica e sociale, le omelie durante le celebrazioni e i festeggiamenti del patrono di Costantinopoli Sant’Andrea .

Alle celebrazioni  hanno partecipato  una folta  delegazione della Chiesa di Roma  guidata dal cardinale Walter Kasper, presidente del Consiglio per l’unita dei cristiani, rappresentanti delle altre confessioni cristiane, corpo diplomatico e varie autorità.

Il Patriarca ecumenico Bartolomeo ha iniziato la sua omelia ricordando lo storico incontro di Gerusalemme del 1964, tra Paolo VI ed Atenagora che diede fine allo storico e tanto deprecato scisma del 1054  tra le due Chiese sorelle, dando così  inizio al dialogo dell’amore e della verità nel pieno e reciproco rispetto, con l’obiettivo di ristabilire la piena comunione. E proprio per esaltare questo cammino verso la piena comunione Bartolomeo ha portato l’esempio dei due fratelli “nella carne” Andrea e Pietro, diventati in seguito, , anche fratelli spiritualmente, in Cristo, per mettere in evidenza il ruolo che devono svolgere le due Chiese sorelle. Sebbene i due fratelli Pietro ed Andrea  abbiano seguito un cammino geografico diverso per testimoniare la verità di Cristo nostro Signore - nel quale il primo ha santificato con il proprio sangue la Chiesa di Roma, mentre il secondo ha fondato la chiesa di Bisanzio, divenuta poi Constantinopoli - sono rimasti uniti nel corso della storia attraverso le due Chiese: Roma e Costantinopoli.

Questo legame tra i due Apostoli, continua Bartolomeo, che ha un  inizio di natura biologica, diventa  poi un legame spirituale in nome del nostro Signore e finisce per costituire il legame che unisce le Chiese  E questo legame occorre avere sempre in mente, prosegue il Patriarca ecumenico, per ripristinare la piena unità. Perchè oggi, onorando l’apostolo Andrea, si onora anche l’apostolo Pietro. Perchè non si possono pensare Pietro ed Andrea separati. Occorre dunque  togliere quelle spine che per un millennio hanno ferito le relazioni tra le due Chiese ed avere come guida preziosa verso l’unità lo spirito della  comune tradizione dei sette concili ecumenici del primo millennio. E tutto ciò non soltanto per rispetto verso i nostri due apostoli, ha concluso Bartolomeo,ma anche perchè è nostro dovere nei confronti del mondo contemporaneo, che sta attraversando una tremenda crisi sociopolitica, culturale ed economica. Un mondo che ha urgente bisogno del messaggio di pace, del quale è portatore con la sua croce e resurrezione  il fondatore della nostra Chiesa, Gesu Cristo. Soltanto allora  la parola della nostra Chiesa sarà credibile, quando anche essa potrà dare un messaggio di pace ed amore: “Vieni e vedi” (Giov.1,47).

Anche  il cardinale Kasper, in rappresentanza del Papa, nella sua omelia ha voluto esaltare l’importanza del dialogo per la piena unità tra le due Chiese , dicendo che la stessa festa è oggi  celebrata anche a Roma, segno della nostra comune eredità apostolica, che ci impone di lavorare per la piena comunione. Perchè questo nostro impegno ecumenico non è un’opzione, ma è un dovere verso il nostro Signore, per potersi cosi considerare parte essenziale della Chiesa di Cristo, Nostro Signore.

Kasper ha poi citato le tre visite del Patriarca Ecumenico a Roma nel 2008 , dove ha partecipato, tra l'altro insieme a Papa Benedetto, all’inaugurazione dell’anno Paolino, e il suo discorso rivolto al Sinodo dei vescovi cattolici su invito sempre del Papa. Ciò ha rinforzato i legami tra Roma e Costantinopoli. E  ha concluso parlando dell’importanza che ha il documento di Ravenna (2007) nel dialogo tra cattolici ed ortodossi.

Infine in una conversazione con AsiaNews il cardinale Kasper ha sostenuto che il cammino con gli ortodossi, benché sicuramente non breve, è iniziato sulla via giusta, “anche perché con gli ortodossi abbiamo molte ma molte cose in comune”. Inoltre, ha continuato Kasper, il fatto che Costantinopoli ha una visione di grande respiro, aiuta molto il cammino del dialogo verso la piena comunione.

(Foto di Nikos Manginas)