Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Sono almeno 294mila i neonati cinesi malati ai reni per avere bevuto il latte “alla melamina”. Il ministro alla Sanità ha ammesso ieri che i bambini affetti da “anormalità al sistema urinario” sono 6 volte più dei dati precedenti.
Dopo che a settembre è esploso lo scandalo, in poche settimane sono stati contati oltre 53mila neonati ricoverati in ospedale con calcoli o altri problemi ai reni, con almeno 4 morti. Da allora Pechino non ha aggiornato il dato, fino a oggi, forse per evitare maggiori proteste sociali.
Il ministro ha anche detto che circa 51.900 neonati sono stati portati in ospedale, con 861 ancora ricoverati, 154 dei quali sono “gravi”. Non ha parlato degli indennizzi promessi alle famiglie.
I neonati sono stati nutriti con il latte di primarie ditte casearie cinesi, che conteneva un’elevata concentrazione di melamina, sostanza usata nell’industria plastica ma nociva per l’uomo. Sono state ritirate dal commercio tonnellate di tali prodotti e la sostanza è stata scoperta in prodotti caseari cinesi venduti in tutto il mondo.
In conseguenza è molto diminuita l’esportazione dei prodotti caseari cinesi, che nel 2007 hanno avuto un giro di affari di 18 miliardi di dollari: è stata intorno a mille tonnellate ad ottobre, il 92% in meno rispetto a ottobre 2007. Colpita anche l’esportazione degli altri generi alimentari cinesi: dal porto di Qingdao i carichi di generi alimentari sono stati a ottobre appena l’1,9 delle partenze, rispetto alla media del 15% per i primi 9 mesi del 2008. Dal porto di Yantai sono stati del 3,2% rispetto al 12% di settembre.
Pechino ha ora promesso di effettuare attenti controlli sul settore e ci sono segni di rinnovata fiducia: la multinazionale finanziaria Kohlberg Kravis Roberts & Co ha annunciato di voler investire 100 milioni di dollari per acquistare una partecipazione nella China Mengniu Dairy, una delle ditte al centro dello scandalo, prima produttrice cinese di latte. L’investimento vuole portare nuovi fondi per modernizzare e rendere più sicura la produzione.