Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – La situazione all’aeroporto internazionale Suvarnabhumi, a Bangkok, dovrebbe tornare alla normalità entro i prossimi due giorni. Lo riferisce il general manager dello scalo thailandese, che conferma la smobilitazione dei manifestanti anti-governativi dopo otto giorni di occupazione. “Sono fiducioso – afferma Serirat Prasutanond – e conto che la situazione ritorni alla normalità entro i prossimi due giorni”. Il primo volo internazionale dovrebbe atterrare alla mezzanotte del 4 dicembre, mentre il primo volo interno, in arrivo da Phuket, è atterrato alle 14 di oggi ora locale.
I membri dell’Alleanza popolare per la democrazia (Pad) hanno deciso di liberare lo scalo più importante del Paese in seguito alla decisione della Corte costituzionale di mettere al bando il partito di maggioranza – il People’s Power Party – e altri due partiti minori della coalizione. I giudici hanno inoltre disposto il bando dalla vita politica attiva per il primo ministro Somchai Wongsawat e altri leader di partito. L’attuale Costituzione prevede però che molti dei parlamentari iscritti nelle liste dei partiti messi al bando possano mantenere i seggi e fondare un nuovo partito, mantenendo di fatto il potere nel Paese.
Il premier ad interim Chavarat Charnvirakul conferma che il parlamento voterà per un nuovo primo ministro lunedì prossimo. “Ho parlato con il presidente del parlamento – riferisce Chavarat – e abbiamo concordato l’elezione del nuovo premier per l’8 dicembre”.
Intanto la Thailandia comincia a contare i danni all’economia causati dalla paralisi: quasi un milione di persone impiegate nel settore del turismo rischiano il posto di lavoro; l’economia nazionale, in crescita del 4,7% lo scorso anno, rischia una pesante flessione; la sola industria dell’orchidea - fiore caratteristico del Paese – sta perdendo quasi un milione di dollari al giorno. Nei giorni scorsi una prima stima dei danni riferiva di perdite fra i due e i tre miliardi di dollari nel comparto turistico in caso di proteste prolungate. Weerasak Kowsurat , ministro tailandese del turismo, lo aveva definito un “colpo di pistola in testa”.