Bambini e latte avvelenato: le ditte cinesi pagheranno… “forse”
Il ministero della sanità afferma di lavorare a un piano di compensi per le famiglie i cui figli si sono ammalati per il latte alla melamina. “Probabilmente” le ditte responsabili pagheranno. Scetticismo fra avvocati e famiglie dei 294 mila bambini colpiti da calcoli renai e malattie delle vie urinarie.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Alcune ditte produttrici di latte, che hanno causato malattie ai reni per oltre 300 mila bambini “probabilmente” dovranno pagare un compenso alle famiglie delle vittime. Lo ha detto il ministero cinese della sanità. Il portavoce del dipartimento, Mao Qunan, ha detto che finora il governo sta pagando per ecografie e visite mediche dei bambini che presentano calcoli renali o “anormalità del sistema urinario”. Ma – ha aggiunto - vi è “una probabilità alta che il compenso venga dalle compagnie implicate”.

In una conferenza stampa tenuta ieri Mao Qunan ha dichiarato che il ministero della sanità sta lavorando su “un piano di compensi” per le famiglie i cui bambini sono stati avvelenati con latte in polvere alla melamina, ma non poteva mettere in luce i dettagli.

La messa in vendita di prodotti per l’infanzia contenenti melamina ha creato scandalo nella popolazione cinese, per la mancanza di scrupoli delle ditte implicate (fra cui la Sanlu) e la corruzione esistente fra i rappresentanti del governo, che hanno taciuto per anni sull’avvelenamento, pur avvertiti da diverse fonti.

La presenza di melamina nel latte in polvere per bambini ha provocato la morte di almeno 6 neonati e malattie per 294 mila bambini.

Molte famiglie stanno cercando di citare in giudizio le ditte responsabili, ma i tribunali e i giudici ostacolano la presentazione delle denunce.

Li Fangping, un avvocato che aiuta le famiglie a richiedere giustizia, intervistato da Reuters afferma: “Il governo non vuole che questi problemi vengano portati in tribunale e in pubblico”.  Li è scettico anche sul “piano di compensi” in preparazione da parte del governo. “Questo piano – dice – viene studiato a porte chiuse. [Invece] le vittime e i loro avvocati dovrebbero essere implicati per stendere le regole per il compenso”.