Si dimette il ministro Antulay: sospettava complicità indù negli attentati di Mumbai
Il capo del dicastero per le minoranze cede alle pressioni interne al governo e alle proteste dei partiti nazionalisti indù. Nell’assassinio del capo dell’Anti Terrorism Squad, avvenuto durante gli attentati di Mumbai, sospettava il coinvolgimento degli estremisti indù, colpevoli di alcuni gesti terroristi, prima attribuiti a musulmani.
New Delhi (AsiaNews) - Il ministro per le minoranze dell’Unione, Abdul Rehman Antulay (nella foto), consegna le sue dimissioni nelle mani del premier Manmohan Singh. Dopo giorni di dibattito nel Lok Sabha, il parlamento indiano, il 79enne membro del Congress Party (Cp) cede alle pressioni interne al governo e alle richieste di dimissioni formulate dal Barathia Janatha Party (Bjp) e dallo Shiv Sena.
 
All’origine del gesto ci sono le sue dichiarazioni dopo l’uccisione del capo dell’antiterrorismo indiano durante gli attentati di Mumbai del 26 novembre. Il ministro aveva affermato che Hemant Karkare, era stato vittima di un complotto. Secondo Antulay il direttore del Maharashtra Anti Terrorism Squad (Ats) poteva essere stato ucciso per la sua attività investigativa sul coinvolgimento di estremisti indù negli attentati del Maharashtra e del Gujarat avvenuti nei mesi scorsi.
Il 29 settembre 2008 a Malegaon, città dello stato del Maharashtra, due bombe erano esplose uccidendo sei musulmani. Le indagini avevano portato all’arresto di tre persone di fede induista: tra questi anche Pragnya Singh Chandrapal Singh, giovane di 38 anni che nel 2007 era diventato un sadhvi, termine che indica gli asceti induisti.
 
Gli arresti avevano molto imbarazzato i membri del Bjp e spinto il leader del partito, Lal Krishna Advani, a chiedere la sostituzione del team investigativo. Le indagini guidate da Karkare indicavano responsabilità dei tre anche in attentati precedenti che il Bjp da sempre attribuiva a movimenti integralisti musulmani.
 
Il caso di Malegaon ha una forte valenza politica anche perché è avvenuto in un distretto governato dal Congress party. Lo stesso capo dell’Ats, quattro giorni prima dell’attentato di Mumbai, aveva cercato di stemperare il clima, affermando alla stampa di non aver ricevuto pressioni.
 
Dopo gli attacchi del 26 novembre e la morte del capo della squadra anti terrorismo, il ministro per le minoranze Antulay aveva dichiarato a The Indian Express: “Qualcuno ha mandato Karkare nella direzione sbagliata altrimenti come si spiega che sia andato al Cama hospital? Avrebbe dovuto andare al Taj, all’Oberoi a alla Nariman House. Invece si è diretto dove non c’era nulla di comparabile a quello che stava accadendo in questi tre posti. È andato al Cam hospital sulla base di una telefonata. Chi ha fatto quella chiamata? Questo deve essere investigato”. Antulay aveva poi aggiunto: “ Karkare aveva scoperto che negli atti terroristici erano coinvolti non musulmani ” e ancora: “Parlando in modo approssimativo, essi [i terroristi] non avevano ragioni di uccidere Karkare. Se egli sia vittima di terroristi o di qualcosa di più del terrorismo non lo so”.
 
Le dichiarazioni di Antulay avevano scatenato le proteste del Bjp che aveva chiesto un’immediata chiarificazione da parte del premier Manmohan Singh e quindi le dimissioni del ministro. La polemica ha investito anche il Congress, di cui l’ex ministro fa parte. Tra le file del partito al governo molti hanno disapprovato le affermazioni di Antulay considerandole ostili anche alla linea politica del Cp. Mentre il parlamento si apprestava a discutere la nuova legge antiterrorismo il ministro aveva anche chiesto di equiparare rivolte e azioni antigovernative in India a veri e propri attentati terroristici.
 
L’affare Antulay si pone nel bel mezzo dello scambio di reciproche accuse tra il governo del Cp e il Bjp, rinfocolato dagli attentati di Mumbai. Questi ultimi accusano il partito di Singh di incapacità a garantire la sicurezza del Paese e punta a fomentare la polemica anche in vista delle elezioni generali del 2009. Di contro, il Bjp è sotto i riflettori per le violenze induiste che si susseguono in molti stati del Paese. Alcuni analisti si spingono sino a paventare collusioni tra l’estremismo di matrice indù e i gruppi terroristi del Pakistan. Il legame sarebbe cementato da alcuni obiettivi comuni come l’intento di fare cadere il Cp e minare i rapporti tra India e Pakistan. Ad avvalorare questo scenario vengono indicati i rapporti tra le due realtà estremiste in atto nella regione del Kashmir.