Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Crollano le esportazioni giapponesi, al minimo dalla crisi finanziaria asiatica del 1986. A novembre la bilancia commerciale mostra un deficit di 223,4 miliardi di yen (1,78 miliardi di euro), rispetto a un saldo attivo di 784,4 miliardi nel novembre 2007, nonostante le importazioni siano diminuite per la prima volta in 14 mesi.
Esperti osservano che a novembre il Paese ha iniziato ad arrestare il rapido declino, ma non è riuscito a invertire la tendenza. Il prestigioso quotidiano economico Nikkei pubblica oggi un’indagine tra i dirigenti di 137 compagnie leader del Paese, il 99,3% dei quali prevedono che la situazione tende a peggiorare.
In crisi soprattutto il settore automobilistico con minori esportazioni del 31,9%, seguito dai microchip e dagli altri componenti elettronici con -29%. Sono in crisi non solo le esportazioni verso i tradizionali partner Usa (-33,8% a novembre, in discesa da 15 mesi) ed Unione europea (-30,8%), ma anche verso l’Asia con -26,7% (-24,5% verso la Cina, soprattutto per la minor domanda di manufatti elettronici). Esperti osservano che la crisi è peggiorata con rapidità perché ha colpito anche le economie emergenti di Asia, Medio Oriente e Russia, fino a pochi mesi fa quasi indenni.
Le compagnie leader Toyota, Honda Motor e Sony hanno licenziato migliaia di dipendenti.
Il Giappone paga anche le conseguenze per il rafforzamento dello yen, scambiato oggi a 90 per un dollaro rispetto ai 110 di un anno fa, che riduce il guadagno per le esportazioni. Gli effetti negativi si sentiranno maggiori nei prossimi mesi, dato che gli attuali commerci sono stati concordati quando c’era uno yen più debole. Takeo Fukui, presidente Honda, la settimana scorsa ha sollecitato il governo a fermare l’apprezzamento della moneta, minacciando di spostare la produzione all’estero.
La Toyota, secondo ditta automobilista mondiale, ha annunciato che prevede di essere in perdita per 150 miliardi di yen (1,19 miliardi di euro) per l’anno fiscale 2008 (che chiude a marzo 2009), per la prima volta in 71 anni, soprattutto per il crollo delle vendite.
Oggi, nel rapporto economico per dicembre, il governo ammette che “le condizioni economiche peggiorano”. Il governo ha approvato ulteriori aiuti per 4.786 miliardi di yen (38 miliardi di euro) per proprietari di casa e imprenditori, ma sono allo studio maggiori finanziamenti.
Oggi, tuttavia, il premier Taro Aso, parlando a un gruppo di imprenditori, ha detto che il Paese sarà la prima tra le grandi economie a recuperare contro la recessione globale, perché non soffre di “problemi strutturali” come la sovraoccupazione, l’eccesso di produzione e l’indebitamento verso l’estero. “Il Giappone – ha detto – è sempre risorto come la fenice”.
Critico l’economista Hiroaki Muto, secondo cui “non ci sono basi per queste affermazioni”.